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COMPENDIO
DI
CHIMICA FISIOLOGICA
PER
A. COMINELLI
NAPOLI
1896
AL PADRE MIO
CHE NON LEGGERÀ QUESTE PAGINE
La chimica biologica è la parte più importante della fisiologia
umana, essendo essa che ci addita in qual modo l'organismo tragga
dall'ambiente il necessario alla vita, in qual modo questa si sviluppi
dalle sostanze che vengono introdotte rendendosi attiva qual forza
vitale quella che trovavasi nell'inorganico ed organico, non
organizzato, sol come forza potenziale. Ed il risultato della
introduzione nell'organismo di corpi ossidati, ossidabili ed
ossidanti, delle loro azioni nonchè delle varie loro modificazioni
e combinazioni è lo sviluppo di calore, indice di combustioni che
presiedono a tutte le funzioni vitali, le quali possono ridursi
a funzioni nutritive cellulari, a funzioni nervose, a funzioni
muscolari.
È la chimica biologica che ci addita come tutto ciò che si mette in
relazione col nostro organismo vi si modifichi, dando, come termine
ultimo delle modificazioni, le manifestazioni della vita, tutte,
dalle più basse funzioni muscolari di vita vegetativa alle più nobili
funzioni psico-intellettive.
Elementi costitutivi del corpo umano sono l'ossigeno, l'idrogeno,
il carbonio, l'azoto, il solfo, il fosforo, il cloro, il fluore, il
silicio, il potassio, il sodio, il calcio, il magnesio, il ferro; sono
elementi accidentali il rame, il piombo, lo zinco, l'arsenico.
Questi elementi formano tutto l'organismo, alcuni liberi, altri più o
men variamente combinati, tutti però soggetti a scambi continuati, che
rendono infinito il numero dei vari stati di modificazioni chimiche
delle differenti vie cui essi percorrono.
La varia costituzione chimica dà ai corpi un vario significato
fisiologico, perciò seguiremo un ordine chimico nello studio delle
varie sostanze e faremo tre gruppi dei corpi che dovremo studiare:
1. Materie minerali inorganiche.
2. Sostanze organiche ternarie cioè non azotate.
3. Sostanze organiche quaternarie e azotate.
CAPITOLO 1°.
_Sostanze minerali o inorganiche_
Possiamo dividerle in quattro gruppi, cioè: 1° _Gas_--2° _Acidi_--3°
_Ossidi_--4° _Sali_.
§ 1° _Gas_--I gas più importanti liberi nell'organismo sono questi:
l'ossigeno, l'azoto, l'anidride carbonica, l'idrogeno e l'acido
solfidrico.
L'_ossigeno_ si trova nel sangue sia sciolto nel plasma sia in
combinazione coll'emoglobina di cui forma, ossiemoglobina.
È dubbio se nel sangue si trovi allo stato di ossigeno o di ozono cioè
ossigeno triplo od elettrizzato.
Secondo Preyer un grammo di emoglobina in soluzione assorbe 1,3 c.c.
di ossigeno, secondo altri ne assorbe 2 c.c. ed anche più.
La quantità dell'ossigeno nel sangue è in rapporto del lavoro
muscolare: diminuisce moltissimo nel periodo della digestione ed
assorbimento. L'ossigeno si combina a tutti gli elementi, mene al
fluoro. È il corpo comburente per eccellenza ed è uno dei fattori
importantissimo nella termogenesi animale.
Trovasi anche ossigeno in molti liquidi e negli spazii liberi
dell'organismo.
Reazione caratteristica dell'ossigeno è quella di dar vapori giallo
aranciati in contatto con biossido di azoto.
L'azoto trovasi libero nelle cavità dell'organismo in cui v'hanno gas:
si trova sciolto in quantità variabili nei vari liquidi organici.
Come è noto si presenta qual gas incolore, insapore: non è
combustibile, ne comburente. Trovasi nell'aria a moderar l'eccessiva
attività dell'ossigeno.
Non è adatto alla respirazione perchè non ossidante, non perchè
velenoso, epperò va nella categoria dei gas indifferenti secondo la
classifica fatta da Hermann.
Reazioni: si combina all'idrogeno mercé i fiocchi elettrici oscuri
formando ammoniaca; al calor rosso si combina col carbonio in presenza
d'un carbonato alcalino, dando luogo alla formazione del 'cianuro
corrispondente.
L'_anidride carbonica_ trovasi nell'organismo o libero cioè
in soluzione ed allo stato di gas, oppure combinato alle basi
inorganiche. L'aria atmosferica ne contiene normalmente, epperò essa
accompagna l'aria di inspirazione e quella che, deglutita, va nello
apparecchio digerente: però a differenza dell'ossigeno che vien
rattenuto per l'ossidazione e dell'azoto che passa inattivo,
l'anidride carbonica inspirata o deglutita è accresciuta massimamente
in quantità, nei pulmoni per la respirazione dei tessuti, nel tubo
digerente per la traspirazione della mucosa, ricca di capillari
superficiali e per le molteplici decomposizioni chimiche. È eliminato
anche in piccola quantità dalla pelle.
È un gas scolorato, di sapore acidulo piccante caratteristìco, d'odor
lievemente dispiacevole.
Trovasi nel sangue sciolto nel plasma, combinato minimamente agli
elementi dei globuli, combinato ai carbonati od al fosfato di sodio:
ed è da questi sali nonchè del sangue alcalino che essa viene attratta
nel sangue e detratta dai tessuti.
Reazioni: intorbida l'acqua di calce o di barite formando i rispettivi
carbonati insolubili che si sciolgono in un eccesso d'anidride
carbonica e si trasformano in bicarbonati solubili. La potassa e la
soda assorbono l'anidride carbonica, formandosi i carbonati relativi.
L'idrogeno trovasi nell'intestino in seguito alla ingestione di
metalli ed alla fermentazione pel bacillus butilicus.
§ 2°_Acidi_--Acidi: carbonico, fosforico, solforico, cloridrico,
fluoridico, silicico: questi acidi non trovansi liberi, nell'organismo
ma combinati a basi, formando sali: si faccia pero eccezione
dell'acido cloridrico, dell'acido carbonico e del silicico che trovasi
anche libero in quantità minima nel sangue nella saliva, nell'urina,
negli escrementi, nella bile, nelle ossa.
L'_acido cloridrico_ esiste nel succo gastrico nella proporzione
dell'1 per mille sia libero sia in combinazione colla pepsina formando
idroclorato di pepsina ovvero un acido idrocloropepsico.
Secondo Heidenhaim l'HCl tramuta il secreto delle glandole piloriche,
sostanza pepsinogena, in vera pepsina.
Reazioni: Per riconoscere la presenza nel succo gastrico dell'acido
cloridrico, come diremo con maggiori particolari in seguito,
s'impiegano delle sostanze coloranti come il violetto di metile, la
tropeolina, la floroglucina, il verde brillante, la vaniglina che lo
svelano col mutamento di colore, però queste reazioni possono essere
mascherate dalla presenza degli albuminoidi e dei peptoni.
Si può ancora trattare il succo gastrico con acqua ed etere: l'acqua
fissa l'acido cloridrico, l'etere fissa tutti gli acidi organici:
questo è detto: metodo del coefficiente di partizione.
Inoltre può rendersi evidente la presenza dell'acido cloridrico e
desumerne la quantità aggiungendo dei corpi che facciano da base, indi
pesando questi ed il cloro.
§3° _Ossidi_--Sono due liberi nell'organismo: l'ossido di ferro e
l'acqua.
L'_ossido di ferro_<Fe_{2}O_{3}. trovasi nella cenere del sangue e
nella bile, nel latte, nella linfa e nel chilo.
Si è detto che se ne sia anche trovato nella cenere della sostanza
nervosa.
_L'acqua_ è sparsa per tutto l'organismo essendo essa indispensabile
ad ottener le combinazioni organiche; senz'acqua non sarebbe possibile
lo scambio tra il sangue ed i tessuti e questi non potrebbero
eliminare i materiali impropri alla nutrizione.
I varii tessuti ne contengone in varia proporzione. Lo smalto e il
sudore rappresentano i gradini estremi d'una lunga scala occupata dai
tessuti: lo smalto contiene circa il 2 per mille di acqua, il sudore
il 99.5%.
Nell'adulto rappresenta il 70 circa per cento del peso del corpo,
nell'embrione circa 85 a 90%.
È introdotto per l'alimentazione nella massima parte, ma ne risulta
ancora una certa quantità dall'ossidazione dell'idrogeno.
§ 4° _Sali_
--_Sali_ di calcio,
Fosfato neutro e folfato acido
3CAO. PO,--2CAOH. PO_{5}.
Carbonato di calcio CaO. CO,.
Cloruro di calcio CaCl.
--_Sali di magnesio_.
Folfato di magnesio 3MgO PO_{5}+5HO.
Fosfato ammonisco-bimagnesiaco
Mg (AZH,) PhO_{4}+6HO.
Carbonato di magnesio MgCO_{3}.
Cloruro di magnesio MgCl.
--_Sali di sodio_.
Cloruro di sodio NaCl.
Carbonato di sodio NaCO_{3}.
Fosfato neutro di sodio 3NaO. PO_{5}.
Fosfato acido 2NaOH O.PO_{5} od Na O2HO. PO,.
Solfato di sodio NaSO_{4}.
--_Sali di potassio_.
Cloruro di potassio KCl.
Carbonato di potassio KCO_{2}.
Fosfato di potassio KO.2HO.PO_{5}.
Solfato di potassio KSO_{2}.
Solfacianuro di potassio C_{5}AzKS_{2}
--_Sali d'ammonio_.
Bicarbonato d'ammonio NH_{2}O. HO. 2CO_{2}.
Sesquicarbonato 2NH_{4}O. 3CO_{2}.
Ferro: Fosfato.
Manganese.
Rame.
L'acido fosforico si presenta nell'organismo come tribasico: allorchè
è saturato da 8 atomi basici forma, fosfati neutri, quando è combinato
con 2 o con 1 equivalente basico forma fosfati acidi.
_Sali di calcio_.
Fosfato neutro.
Trovasi nell'urina ed in molti liquidi tenuto in soluzione
dall'anidride carbonica o dal cloruro di sodio: le' ossa ed i denti ne
contengono.
Fosfato acido.
Trovasi nel sangue, nell'urina, nello sperma, nonchè in molti liquidi
dell'organismo. Proviene dagli alimenti. Ha proprietà istogenetiche,
trovasi peri, costantemente nei tessuti in formazione.
Carbonato di calcio.
Trovasi amorfo nei denti e nelle ossa, nell'urina, nella saliva e in
altri liquidi tenuto in dissoluzione dal carbonato di calcio.
Nell'orecchio interno forma gli otoliti cristallizzato in romboedri e
prismi esagonali accoppiati nella forma di cristallizzazione.
Cloruro di calcio.
Il cloruro di calcio fu osservato nel succo gastrico, nato forse
dall'azione dell'acido cloridrico su qualche sale di calcio
specialmente sul carbonato introdotto nello stomaco nella deglutizione
della saliva.
_Sali di magnesio_.
Fosfati.
Trovansi in tutti i liquidi ed in tutte le parti solide
dell'organismo. Nell'urina trovasi allo stato di fosfato basico:
tenuti in dissoluzione dall'anidride carbonica i fosfati precipitano
talvolta col semplice riscaldamento.
Fosfato triplo-ammonito-bimagnesiaco.
Trovasi nelle fecce e nell'urina in putrefazione: per combinazione del
fosfato di magnesio all'ammoniaca. Cristallizza in bei cristalli a
forma di coverchio di tomba.
_Sali di sodio_.
Cloruro di sodio.
Cristallizza in vario modo: forma di cristallizzazione caratteristica
è il cubo; quasi tutti liquidi dell'organismo e quasi tutti i tessuti
ne contengono.
Nel corpo umano trovasi nella quantità di circa 200 gr. i liquidi che
ne tengono in soluzione raramente ne hanno per più del 0,5 per cento.
E una sostanza di grande importanza istogenetica, indispensabile al
ricambio materiale che riattiva.
Carbonato di sodio.
Trovasi nel sangue allo stato di bicarbonato ove serve [observe?] di
veicolo all'anidride carbonica. E accompagnato talvolta dal carbonato
di potassio.
Fosfato di sodio.
Trovasi nella bile, nell'urina e in molti liquidi.
Solfato di sodio.
Trovasi nei liquidi organici dell'urina nelle fecce ed in vari
tessuti.
_Sali di potassio_.
Cloruro di potassio.
Esiste in poca quantità nei nervi e in varii liquidi: trovasi nei
globuli del sangue.
Fosfati di potassio.
Talvolta accompagnano i fosfati di sodio nei liquidi. Trovasi nella
sostanza nervosa nonchè nel succo muscolare.
Solfato di potassio.
Trovasi nei liquidi organici, nell'urina, nelle fecce, e in vari
tessuti.
Solfocianuro di potassio. È costante nella saliva nella proporzione
del 0,006 per cento per secrezione delle glandole salivari
specialmente della parolide, riconoscibile dal colore rosso sangue
che da col percloruro di ferro. Una listerella di carta imbevuta di
solfato di rame in soluzione all'uno per mille svela la presenza del
solfocianuro col colorarsi in bleu.
_Sali d'ammonio_(NH_{3}).
Carbonato d'ammonio.
Trovasi nell'urina in fermentazione alcalina avvenuta fuori o
dentro la vescica urinaria, nel sangue e patologicamente nel tubo
intestinale.
Reazioni:
Dei cloruri: Aggiungendo ai liquidi contenenti cloruri un po' di
nitrato d'argento si ha un precipitato bianco, caseoso, di cloruro
d'argento solubile nell'ammoniaca, nell'iposolfito di sodio e nel
cianuro di potassio.
Però è necessario l'aggiunta di poche gocce di acido nitrico,
previamente al nitrato d'argento, affine d'impedir che precipitino i
fosfati d'argento, solubili nell'acido stesso.
Per dosare, con una certa approssimazione, i cloruri nell'urina, si
versi in, un tubo da saggio 1 c.c. di soluzione di cromato di potassio
al 10 per 100: indi si aggiungano successivamente piccole quantità
di nitrato d'argento in soluzione titolata al 5 per 100: si avrà un
precipitato rosso mattone di cromato d'argento.
Si smetta di aggiungere nitrato. d'argento allorchè il deposito rosso
par che non s'aumenti.
V'ha normalmente nell'urina da 1 a 3 gr. di cloruri; questa quantita
pero varia moltissimo col variare del vitto.
Si tenga come regola che all'urina normale per la quantita dei cloruri
bisogna aggiungere 2 c.c. di soluzione titolata di nitrato d'argento a
3 c.c. di urina.
Solfati.
Per dosare i solfati nell'urina, si acidulano con acido nitrico o
cloridrico 100 c.c. di urina e si portano all'ebollizione; indi si
versa nella soluzione del cloruro di bario in soluzione titolata. Dopo
24 ore si raccoglie il precipitato, si filtra e si pesa.
Possono variarsi molto le soluzioni titolate di cloruro di bario:
normalmente s'usa di sciogliere in un recipiente di vetro 24,4 gr. di
cloruro di bario in tanto di acqua da raggiungere il volume di 100
c.c.
Con questa soluzione s' ha che un 1 c.c. corrisponde a 0,008 gr. di
acido solforico. Per aver dunque una determinazione esattissima dei
solfati si adopera questa soluzione titolata e la buretta di Mohr, che
è un tubo cilindrico graduato fornito all'estromità inferiore di
un rubinetto a vetro o di una pinzetta a pressione. Nel praticare
l'analisi si riempie tutta la buretta del reattivo, che si fa cadere a
poco a poco nell'urina.
Completata la reazione il volume del reattivo impiegato è indicato
dalla scala di graduazione.
L'acido solforico trovasi nell'urina combinato per 9/10 al sodio
al potassio e per 1/10 al fenolo, scatolo indolo allo stato di
fenolsolfati, scatolsolfati, indosolfati alcalini cioè allo stato di
sali solfoconiugati.
Fosfati.
I fosfati terrosi, come ho detto anche altrove, son tenuti sciolti
dall'anidride carbonica e dal fosfato acido di sodio: eppèrò talvolta
precipitano col semplice riscaldamento.
Per farli precipitare completamente s'aggiunga della potassa o
dell'ammoniaca e si riscalda.
Per far precipitare i fosfati alcalini si adopera la soluzione
ammonito-magnesiaca, che li precipita allo stato di fosfato
ammonico-bimagnesiaco.
I sali di uranio precipitano i fosfati allo stato di fosfato di
uranio, giallo, solubile negli acidi minerali. Si faccia una soluzione
di 22 gr. di acetato d'uranio, in acqua leggermente acidulata con
acido acetico, in tanta quantità che la soluzione vada a 1000 c.c.
Si pongano 50 c.c. d'urina in un recipiente e vi si versi la soluzione
di sal d'uranio; si ha un precipitato giallo più o meno abbondante che
si filtra, si dissecca e si pesa.
Per potersi servire della soluzione di acetato di uranio come liquido
titolato dosimetrico si fa uso di una soluzione di ferrocianuro di
potassio-prussiato giallo--in acqua distillata, al 5 per cento. Il
ferrocianuro di potassio sorveglia che non si ecceda nell'aggiungere
sal d'uranio, perchè immergendo di tanto in tanto in tanto nella
soluzione di ferrocianuro una bacchetta di vetro bagnata nell'urina,
l'eccesso viene subito svelato dal prodursi d'un colore rosso-bruno
(ferrocianuro di uranio).
Si adopera la buretta di Mohr o un bicchiere graduato; si legge sulla
graduazione il numero dei c.c. di soluzione d'uranio occorsa: ad ogni
centimetro cubico corrispondono gr. 0,00413 d'acido fosforico.
Facendo la soluzione d'ossido giallo d'uranio gr. 20,3 in acido
acetico e poi portando questa con aggiunta d'acqua distillata al
volume di 1000 c.c. si ha che un 1 c.c. corrisponde a 0,005 di acido
fosforico.
È ben evidente che si ricorderà di ridurre questa quantità in rapporto
ai centimetri cubici d'urina impiegata.
Carbonati.
Si riconoscono nell'urina i carbonati dalla effervescenza cogli acidi.
Prima, però, bisogna riscaldare l'urina per liberarla dell'anidride
carbonica in parte sciolta in essa e in parte combinata labilmente ai
fosfati.
CAPITOLO 2.°
_Sostanze organiche ternarie_
§ 1° _Alcool_--Sono alcool quei corpi organici derivati dalla
sostituzione di un ossidrile OH ad un atomo H di un idrocarburo
saturo; es. CH metano, da CH alcool, OH metilico.
_Alcool_ etilico.-Degli alcooli, l'alcool etilico C_{2}H_{5}CHOH
trovasi nel sangue, nel chilo, nell'urina, dopo l'introduzione di
alcool o di idrati di carbonio e nel tubo digerente. Allorchè si beve
molto alcool questo s'elimina abbondantemente pei reni, e le urine ne
sono ricche, pero il trovarsi esso in quest'ultime può dipendere dalla
fermentazione del glucosio e decomposizione di esso in alcool ed
anidride carbonica, avvenuta fuori dell'organismo.
Queste son le reazioni che svelano la sua presenza:
Trattato a caldo con soluzione di iodo e potassa dà iodoformio; con
acido solforico e bicromato di potassa dà un colore verde brillante al
liquido che ne tiene in soluzione.
L'ossigeno in presenza della spugna di platino e di corpi ossidanti
lo tramuta in aldeide ed acido acetico, riconoscibili per l'odore
caratteristico.
_Colesterina_.
Altro alcool importante è la colesterina C_{26}H_{44}O + H_{2}O
sostanza bianca, cristallizzabile in tavolette romboidali,
madreperlaceo, insolubili nell'acqua, nell'alcool a freddo e
nell'etere, solubile nell'alcool bollente, nel cloroformio, nella
benzina e nel solfuro di carbonio.
La bile ne tiene costantemente in soluzione mercè i glicolati e
taurocolati alcalini nel rapporto in peso del 30 a 40 per mille: son
di colesterina formati in gran parte i calcoli biliari, i quali od
ostruiscono il dotto biliare o passano nel duodeno, donde escono, per
le feci.
Nell'urina trovasi patologicamente allorchè la bile è riassorbita dal
sangue, non escreta pel coledoco: l'urina allora possiede del pari in
soluzione gli acidi ed i pigmenti biliari epperò dicesi urina biliare.
Trovasi del pari nell'urina per malattie nervose.
La massa nervosa centrale ne possiede abbondantemente: la sostanza
bianca ne è più ricca della grigia, contenendo la prima circa il 50
per cento di colesterina laddove la sostanza grigia ne contiene il 18
per cento. Nella massa nervosa, la colesterina nasce dalla ossidazione
dei suoi lipoidi.
La reazione caratteristica della colesterina è quella di dare una
colorazione rosso-ciliegia con l'acido solforico a caldo; questo
colore si fa prima violetto, poi azzurro con la tintura alcoolica di
iodo: lasciato all'aria a poco a poco divien violetto-bleu.
Sciolta nel cloroformio ha gradi di colorazione vari e
decrescentemente intensi sino a decolorarsi del tutto.
Evaporata a caldo coll'acido nitrico lascia una macchia gialla che si
fa giallo-arancio coll'ammoniaca.
_Glicerina_.
È un alcool triatomico cioè possiede un radicale (C_{3}H_{5})'''
trivalente: l'alcool etilico e la colesterina di cui abbiamo parlato
sono manovalenti.
Il radicale (C_{3}H_{7}) propile è la base C_{3}H_{8} propano non
satura per tre atomi.
La glicerina propilica C_{3}H_{8}O_{3} deriva da sdoppiamento dei
grassi alla cui costituzione prende parte il radicale glicerico
C_{3}H_{8}; saponificando i grassi si ha glicerina, epperò questa
trovasi nel tubo digerente dopo l'introduzione di grassi neutri.
La glicerina aumenta considerevolmente la formazione del glicogene nel
fegato e l'eliminazione dell'acido urico.
È un liquido incolore o appena gialletto, sciropposo, di sapore
dolciastro-piccante; rifrange la luce epperò appare molto chiaro e
rilucente; non evapora, ma assorbe dall'aria il vapore d'acqua; è
solubile nell'acqua e nell'alcool, ma non, nell'etere, nel cloroformio
e negli olii essenziali. È neutra di reazione.
§ 2° _Idrati_ di carbonio.--Diconsi idrati di carbonio quelle sostanze
in cui il rapporto ha O ed H è quello che hanno questi due corpi
semplici nella molecola d'acqua: esse sostanze ternarie hanno sempre
di C sei atomi ovvero un numero di atomi multiplo di sei.
Se ne fanno tre gruppi.
1° gruppo: Amidi, cui appartengono l'amido, la fecola, ed il
glicogene.
2° gruppo: Glucosidi cui appartengono glucosio, inosite e levulosio.
3° gruppo--Saccarosi, cui appartengono zucchero di canna, lattosio,
mellitosio.
_Amido_.--C_{5}H_{10}O_{5}. Al microscopio si presenta costituito di
tanti granelli caratterizzati da un ilo od ostiolo (punto centrale
più opaco) attorno al quale stanno le zone concentriche dell'amido.
Osservandolo ad occhio nudo appare polvere o masse irregolari di una
bianchezza caratteristica: la luce del sole cadendo sull'amido lo fa
parer lucente quasi fosse formato di piccoli cristallini.
La ptialina sprigiona la granulosa dall'involucro di cellulosa--parti
di cui è formato ogni granello d'amido--e la tramuta alla temperatura
di 40° centigradi in amidulina che si colora in bleu coll'iodo, poi in
eritro destrina che l'iodo colora in rosso. Questa, parte si trasforma
in maltosio e zucchero d'uva, parte si trasforma in acrodestrina che
resta incolore coll'iodo, ma che precipita coll'alcool in polvere
bianca.
Il maltosio e l'acrodestrina vengono dall'enzima pancreatico, la
steopsina, o diastasi pancreatica, nonchè dall'azione concorrente
della bile e del succo enterico tramutati in glucosio. L'involucro di
cellulosa dell'amido viene disciolto.
L'iodo anche in tracce minime colora l'amido in azzurro intenso, dando
luogo alla formazione del cosiddetto ioduro d'amido, nome improprio,
perchè questo non è un composto chimico a proporzioni definite viene
scolorato, dall'alcool, dalla potassa, da altri reagenti e dalla luce
solare. È solubile nell'acido nitrico fumante, e la soluzione versata
in acqua abbondante dà luogo ad un precipitato bianco polveroso
xiloidina esplosivo.
Nell'acido nitrico diluito si trasforma in acido ossalico. A caldo ed
a secco l'amido si trasforma in pirodestina: a caldo e ad umido in
destrina.
La destrina differisce dall'amido per esser solubile nell'acqua
fredda, e pel colorarsi in rosso con l'iodo; è polverulenta,
brancastra. Ha comune coi glucosidi la proprietà di ridurre molti
composti; si comporta come essi col reattivo di Trommer.
Il _glicogene_--6(C_{6}H_{10}O_{5}) + H_{2}O, Trovasi nel fegato, nei
muscoli, nell'ovaia, nel testicolo e nei tessuti embrionali. Si forma
per attiva cellulare e trovasi incapsulato nelle cellule epatiche
nato, secondo alcuni, dagli idrati di carbonio, secondo altri,
dall'albumina. Resto molto discussa questa origine, ma Plüger emise la
sua teoria che par risolva la questione in modo se non indiscutibile,
al certo molto esatta: crede che il glicogene nasca dal sintetizzarsi
nel fegato degli idrati e degli albuminoidi e dal loro successivo
sdoppiamento.
Il Puvy crede che la glicogenesi sia un fenomeno post-mortale dovuto a
fermenti che divengono liberi colla morte dell'individuo.
Da altri è stato creduto che il glicogene s'originasse nel fegato
dal glucosio del sangue che lo attraversa, fondandosi sul fatto che
l'inanizione fa sparire il glicogeno dal fegato, pur sapendo che il
sangue delle vene sopraepatiche è più ricco in glucosio del sangue
della vena porta.
È polvere bianca, insapore, inodore, solubile nell'acqua a caldo,
formando una soluzione opalescente. Trattando questa coll'iodo ne vien
colorata in rosso vivissimo.
L'azione degli acidi fa trasformare il glicogeno in glucosio del pari
lo trasforma in glucosio il sangue che attraversa il fegato: però si
noti che nel sangue circolante v'ha glucosio e non glicogene.
Per preparare il glicogeno si immerge il fegato d'un'animale morto da
poco tempo nell'acqua a 100°C per impedire l'azion dei fermenti e si
riduce in poltiglia.
Da questa si toglie l'albumina col coagularla e trattenerla su filtro:
dal filtrato si precipita il glicogene mediante alcool.
Il glicogeno è elemento termogeno per eccellenza: nei muscoli esso è
sorgente di forza attiva epperò nei muscoli in lavoro la sua quantità
diminuisce notevolmente.
La cellulosa dell'amido rimane dopo l'estrazione della granulosa
cui forma scheletro ed involucro. È colorata dall'iodo in giallo
rossiccio, mentre la granulosa si colora in violetto cupo.
Trovasi in alcune alghe e nei vegetali, abbondantissima; alcuni
batteri (ad esempio il bacillus amylo-bacteri presentano nel loro
protoplasma molta cellulosa.
Nelle feci trovasi come prodotto escrementizio.
L'acido nitrico trasforma la cellulosa, quindi la carta, la bambagia
di cotone, la paglia, in pirossilina o cotone fulminante, solubile
in un miscuglio di alcool ed etere. La soluzione dicesi collodio ed
adoperasi a vari usi.
Il reattivo di Schweizer o liquore cupro-ammonico, liquido di colore
azzurro intensissimo, che si ottiene per azione dell'aria e del rame
sull'ammoniaca, scioglie la cellulosa.
Glucosidi C_{6}H_{12}O_{6}.
Composti neutri o lievemente acidi, che si trovano in moltissimi
vegetali e prendono gran parte nel ricambio dell'organismo animale.
Glucosio: è abbondante nell'uva e nei frutti acidi.
È cristallizzabile in prismi sottili, raggruppati, solubili nell'acqua
e nell'alcool, insolubili nell'etere.
Nell'uomo trovasi normalmente nel sangue, nel chilo e nelle urine;
in queste la quantità di glucosio non eccede mai tracce minime
normalmente, ma in casi patologici può trovarsi in dose eccessive
tanto da dare alle urine un alto peso specifico ed una consistenza
sciropposa. Lo zucchero diabetico è una modifica allotropica del
glucosio e dicesi paraglucosio.
Nel tubo digerente l'origina dall'alimentazione o che tale si
introduca o per le modificazioni che subiscono gli altri idrati di
carbonio sotto l'azione dei vari enzimi digestivi. Nel sangue ve n'è
nel rapporto del 0,5 per 100 nato dallo sdoppiarsi del glicogene iu
glucosio ed urea.
Il lievito di birra per azione del Saccaromices cerevisiae lo sdoppia
in alcool ed anidride carbonica. Nell'urina diabetica il glucosio
subisce lo stesso sdoppiamento per azione di un fermento speciale
fatto da cellule rotondeggianti con prolungamenti filamentosi.
Molte reazioni del glucosio sono l'applicazione della sua forza
riducente sui vari composti.
1° Reattivo (del Moore): si fa una soluzione di potassa caustica e
si aggiungono pochi centimetri cubici di questa all'urina sospetta:
riscaldando l'urina s'abbruna e dà odore di caramelle per la
formazione d'acido melassico.
2° Reattivo (di Böttcher): si aggiunga carbonato di soda all'urina
contenente il glucosio, indi del magistero di bismuto cioè nitrato
basico di bismuto e si riscaldi, s'avrà un precipitato grigio
e colorazione di tutta l'urina contenuta nel tubo da saggio in
giallo-bruno.
3° Reazione (del Trommer). Si aggiunge all'urina da esaminare della
potassa caustica e poche gocce di solfato di rame: il liquido prende
una colorazione azzurro-oscuro.
Riscaldando s'ha un precipitato giallo di ossidulo di rame dovuto alla
riduzione dell'ossido di rame operata dal glucosio.
3^{a} reazione (Selmi). Aggiungendo all'urina poche gocce di soluzione
di acido picrico, se questa non contiene glucosio, non altera il color
giallo dell'acido, altrimenti si colora in rosso-sangue.
4° reazione (di Callaud).
Evaporando a caldo lentamente, in una capsula, la urina, si depone un
precipitato di cristalli prismatici di glucosato di cloruro di sodio
di formula: formola
(C_{6}H_{12}O_{6})^2ClNa+ H.
Questi cristalli sono solubili nell'acqua e precipitano anidri od
idrati.
5° reazione (di Worm-Muller).
È una reazione molto sensibile: si faccia una soluzione di soda
caustica in acqua gr. 100, in questa si versi di tartrato doppio di
sodio e potassio gr. 10 e di solfato di rame, vitriuolo azzurro, gr.
2,50. Si riscaldino 2 c.c. di questa soluzione e 4 c.c. di urina, in
due tubi da saggio: unendo i due liquidi si ha un precipitato giallo
di ossidulo di rame più o meno abbondante.
Per il dosamento del glucosio si adopera il liquido di Fehling, il
metodo della fermentazione e la saccarimetria.
Reattivo di Fehling.
Si faccia una soluzione di gr. 1,60 di tartrato neutro di potassio in
gr. 100 di acqua e si aggiunga a questa una soluzione di gr. 130 di
soda caustica in gr. 600 d'acqua. Ottenuto questo miscuglio vi si
versi piano piano ed a poco a poco una soluzione di gr. 40 di
solfato di rame in gr. 168 d'acqua. Questa col cadere dà luogo ad un
precipitato azzurro che subito si scioglie e scompare ed il liquido si
fa bleu. Si aggiunga dell'acqua distillata sin che tutto il reattivo
prenda il volume di 1155 c.c. e si conservi all'oscuro.
Il liquido di Fehling è reattivo disimetrico: per servirsene si
adopera la buretta di Mohr.
Si versa nella buretta l'urina. Aprendo il rubinetto di vetro si fa
cadere l'urina in una nota quantità di liquido di Fehling riscaldata.
Nel cadere l'urina, il liquido di Fehling si fa dapprima di color
rosso bruno indi rosso vivo: si prende questo come termine della
operazione tenendo come norma nel calcolo quantitativo che 2 c.c. di
liquido di Fehling vengono decolorate da gr. 0,01 di glucosio.
Il metodo della fermentazione s'attua coll'aggiungere all'urina un po'
di lievito di birra. Si formerà alcool ed anidride carbonica, dal peso
di cui può rilevarsi la quantità del glucosio fermentato.
Si sa che 46,88 parti di anidride carbonica hanno di corrispettivo 100
parti di glucosio.
In pratica si adoperano molti apparecchi, per mezzo dei quali si
raccoglie in palloni di vetro l'anidride carbonica per pesarla e
dedurre così dal peso le quantita di glucosio esistente. Io userei
un apparecchio che per quanto semplice, per tanto a me pare utile e
comodo: una bottiglia di Wolf a due gole ha una di queste chiusa mercé
un tappo di gomma e l'altra gola comunicante con un tubo ad U mercè
un tubo a squadra saldato perpendicolarmente ad una delle branche del
primo. Verso nel tubo ad U un po' di mercurio 1l quale si mette, come
è logico, nello stesso piano orizzontale nelle due branche. Indi verso
in quella branca cui è saldato il tubo a squadra una soluzione di
potassa caustica e nell'altro tanto d'acqua che faccia equilibrio alla
potassa: chiudo la branca in cui v'è la potassa: verso nella bottiglia
l'urina con un po' di lievito di birra e chiudo la bocca libera della
bottiglia di Wolf. La fermentazione ha luogo e l'anidride carbonica
si svolge a man mano viene aspirato, diciam così, dalla potassa
con formazione di carbonato di potassa. Aumentandosi il peso della
soluzione alcalina, l'acqua salirà nel tubo aperto: una graduazione
comune alle due branche mi indica il dislivello, il quale è indice
dell'aumento in peso dalla soluzione alcalina, donde può dedursi
la quantità del glucosio fermentato. È bene evidente che bisogna,
fermentazione completa, aprir la bocca chiusa della bottiglia di Wolf
per ridurre la pressione interna eguale alla pressione esterna. Per
rendere sensibile quest'apparecchio può darsi alla branca del tubo ad
U contenente acqua una inclinazione a piacere, aumentandosi così la
lunghezza della colonna d'acqua mobile: la graduazione può darsi
ad esso facendo fermentare urine con note quantità di glucosio e
servendosi degli indici d'elevazione della colonna d'acqua come punti
fissi da potersi usare come punti limiti.
Inosite C_{6}H_{12}O_{6} + 2H_{2}O: trovasi nel rene, nel cervello,
ma soprattutto nei muscoli e specialmente nel miocardio: in questo
in alcuni animali è tanto abbondante da dare un sapore dolciastro. È
solubile nell'acqua, nell'alcool. Può subire la sola fermentazione
lattica in presenza di sostanze organiche in putrefazione. Per
riconoscerlo lo si precipita mercé acetato di piombo indi su lamina di
platino si addiziona d'acido nitrico e s'evapora a caldo; aggiungendo
dell'ammoniaca e del cloruro di calcio, una colorazione rosea svelerà
la presenza dell'inosite.
Il nitrato mercurico da coll'inosite un precipitato rosso; questa
colorazione peri, è data dal reattivo suddetto anche agli albuminoidi.
Trovasi in vari vegetali specialmente nei legumi, di cui i fagiuoli ne
rappresentano un tipo molto ricco, epperò fu creduto che s'originasse
nell'organismo animale da essi. Pare però dimostrato che può derivare
anche dagli albuminoidi.
--La saccarimetria è un metodo di ricerca qualitativa e quantitativa
del glucosio basata sulla deviazione a destra indotta dal glucosio al
piano di luce polarizzata. S'adoperano vari saccarimetri in cui si
misura la quantità di glucosio dalla deviazione dei raggi polarizzati.
_Levulosio_: è isomero al glucosio da cui differisce perchè
sinistrogiro.
Per azione del succo enterico cioè per l'invertina o fermento
inversivo di esso, gl'idrati di carbonio sono tramutati in levulosio.
Saccaridi C_{6}H_{22}O_{11}.
Lo zucchero _di_ canna entra cogli alimenti nel tubo digerente. La
saliva e il succo gastrico si comportano con esso come con gli altri
idrocarbonati. Non riduce gli ossidi metallici; in presenza dei
fermenti può subire la fermentazione lattica.
Il succo enterico per azione sia dell'invertina, che dei fermenti
figurati, sdoppia il saccarosio in glucosio e levulosio.
È bianco, cristallizzato in masse dure, solubili nell'acqua, non
nell'alcool, nell'etere e negli oli essenziali.
In presenza degli alcali non s'annera.
Un miscuglio d'acido nitrico concentrato ed acido solforico trasforma
lo zucchero in una sostanza esplosiva nitro-saccarosio.
Il _Lattosio_ è lo zucchero del latte, trovasi in questo come
secrezione specifica dalla glandula mammaria. Non è ben noto come
si produca in questa epperò si crede abbia l'attributo di sostanza
saccorogena un corpo proteide esistente nel latte. Trovasi nell'urina
delle lattanti in caso di ristagno di latte, e del pari dopo
l'ingestione di molto latte.
Lo zucchero di latte cristallizza in tavolette rombiche bianche
solubili nell'acqua, insolubili nell'etere: devia a destra il piano
della luce polarizzata. Può subire indirettamente la fermentazione
alcoolica.
Direttamente subisce la fermentazione lattica cioè lo sdoppiamento in
acido lattico ed anidride carbonica.
Il Koumis ed il Kefir son due bevande fatte con latte fermentato e che
contengono in proporzioni diverse alcool, anidride carbonica ed
acido lattico; questo ottenuto per fermentazione diretta, quello per
fermentazione indiretta cioè preceduta dal mutarsi il lattosio in
glucosio.
Son due bevande di gran valore ed i montanari del Caucaso ne usano
come tonico eccellente.
Per riconoscere il lattosio si aggiunge al liquido di cui si sospetta
una soluzione di acetato neutro di piombo; riscaldando, il liquido
assume un colore giallo bruno che si fa rosso coll'aggiunta
dell'ammoniaca.
Il _mellitosio_ si trova abbondante nel miele, in molte specie di
Eucaliptus australiane.
È sciropposo. Per azione dei saccarificanti si trasforma in maltosio e
zucchero d'uva.
Non fermenta direttamente ma deve sdoppiarsi per fermentare in
glucosio e levulosio. Il glucosio fermenta direttamente, il levulosio
invece ha bisogno di cambiarsi in glucosio. Devia a sinistra i raggi
polarizzati.
Si comporta come tutti i glucosidi coi loro reattivi pero non risponde
alla seguente reazione di Krauze cui ben rispondono gli altri.
Si faccia una soluzione concentrata di bicromato di potassio e se ne
versino pochi centimetri cubici nel liquido da esaminare, si riscaldi
tutto e si aggiungano un tre o quattro gocce di acido solforico: il
mellitosio non essendo riducente sull'acido cromico fatto libero
dall'acido solforico non darà la colorazione verdastro chiaro che
avrebbe data la presenza de gli altri gìucosidi.
§ 3.° _Acidi_--Diconsi acidi organici quei composti che nascono dalla
sostituzione d'un gruppo carbossilico ad un atomo d'idrogeno di un
idrocarburo saturo es:
CH_{3} da CH_{3}COOH.
metano acido acetico
_Acido lattico_: di questo acido vi son quattro isomeri della formula
C_{3}H_{6}O_{3} e sono: acido etilidenolattico, acido etilenolattico,
acido sarcolattico, acido idracilico.
L'acido _etilideno lattico_ è un liquido sciropposo, igroscopico,
solubile nell'etere. Trovasi nel contenuto gastrico normalmente
sia che si consideri come una secrezione specifica delle glandule
gastriche sia che si creda origini dalle fermentazioni.
Il latte, dopo non molto tempo irrancidisce; questo tempo s'accelera
tenendo il liquido all'aria e ad alta temperatura, pero non superiore
ai 50°C. si fa lunghissimo se il latte si tiene ben chiuso ed al
fresco.
Ciò pare che si possa spiegare ammettendo l'azione simultanea, nella
fermentazione, dei fermenti e di un enzima proveniente al certo dalla
glandula mammaria stessa: però questo non è ben dimostrato.
Il contenuto gastrico ne è relativamente più ricco nel termine del
periodo di chimificazione.
Per riconoscerne la presenza e separarlo dall'acido cloridrico, si usa
il metodo del coefficiente di partizione che consiste, come ho detto
parlando dell'acido cloridrico, nell'aggiungere acqua ed etere.
L'acqua tira a sé l'acido minerale, l'etere l'acido organico:
separando questi due solventi, come è logico, trascineranno con loro i
corpi in soluzione. Si svela la presenza dell'acido lattico versando
nel liquido da esaminare una piccola quantità di percloruro di ferro:
s'avrà un precipitato gialletto di lattato di ferro.
Si va più immuni da errori col reattivo di Uffelmann, che si prepara
facendo una soluzione di 6 gocce di percloruro di ferro in 40
centimetri cubici di acqua distillata cui si aggiungono in ultimo 4
gocce d'acido fenico.
Una soluzione di carbonato di rame versata in un liquido contenente
acido lattico, da una colorazione verde azzurrognola, per la
formazione di lattato di rame.
In tutte le reazioni che si fanno per svelar la presenza dell'acido
lattico, si badi a portar via precedentemente le albumine che
potrebbero nascondere i precipitati: per separarle, basta riscaldare
moderatamente e poi filtrare il liquido da esaminare.
Scaldando l'acido lattico con acido solforico si sviluppa ossido di
carbonio, che si riconosce avvicinando un po' di ossido rameoso il
quale è polvere di colore rosso vivo: l'ossido di carbonio lo riduce
in rame ed anidride carbonica.
L'ossido di carbonio brucia con fiamma azzurra.
Evidentemente dalla presenza dell'ossido di carbonio si deduce la
presenza dell'acido.
L'acido etilideno lattico è inattivo sui raggi polarizzati mentre
l'acido etinolattico è destrogiro. Da sali il cui coefficiente di
solubilità è maggiore di quello dei sali dell'acido etinolattico,
epperò si tien come norma nella distinzione tra i due acidi.
È un liquido lievemente gialletto inodore solubile nell'acqua,
nell'alcool, nell'etere.
--_L'acido etilenolattico_ trovasi nel succo muscolare che si ricava
facendo l'infuso acquoso dei muscoli; in questi è accompagnato
dall'acido sarcolattico cui rassomiglia differendosene per le molecole
d'acqua di cristallizzazione dei sali cui formano e specialmente
per essere l'etilenolattato di zinco amorfo ed il sarcolattato,
cristallino.
È un liquido di consistenza sciropposa, incolore solubile nell'acqua,
nell'alcool, nell'etere.
--_Acido sarcolattico_ da [Greek: sarkos] carne: fu così chiamato
da Liebig l'acido lattico che si trova nel muscolo morto o
stanco proveniente o dalla fermentazione lattica dell'inosite o
dall'ossidazione funzionale di questa.
Per riconoscerlo si aggiunge al liquido da esaminare un po' di
carbonato di rame, si ha un precipitato di globetti di sarcolattato di
rame: questo pero è poco solubile nell'alcool e in ciò differisce dal
lattato di rame ottenuto cogli altri isomeri.
L'acido sarcolattico sotto l'influenza del calore si muta in acido
lattico ordinario.
--_Acido idracrilico_: è isomero all'acido lattico. Hammerstenn dice
che finora non fu trovato nell'organismo, Wislicenius dice d'averlo
trovato nell'edema di un ammalato d'osteomalacia.
--_Acido colalico_ C_{24}H_{40}O_{5}. Si forma nella bile in
decomposizione: epperò trovasi nelle feci. Trovasi nel contenuto
intestinale allorchè le fermentazioni eccessive rendono insufficiente
il potere antiputrido della bile. L'acido colalico cristallizza in
prismi rombici o in tavole aggruppate; questi son solubili più a caldo
che a freddo nell'alcool epperò facendone soluzioni a caldo si hanno
precipitati col raffreddarsi dei mezzi solventi.
Nella bile trovasi accoppiato a glicina formando acido glicocolico ed
a taurina formando acido taurocolico.
La reazione per gli acidi biliari è di Pettenkofer e consiste
nell'aggiungere un po' di saccarosio alla urina e far che vi si
sciolga agitando il liquido nel tubo da saggio, indi si aggiunge un
po' d'acido solforico concentrato: la presenza degli acidi biliari
si svelerà col comparire di una colorazione rosso intensa. Questa
reazione serve benissimo anche per l'acido colalico.
Per ottenere l'acido colalico o dalla bile o dalle feci, si bollono
queste con soluzione satura di potassa: si formerà colalato di
potassa. Indi si aggiunga un poco di acido cloridrico, si formerà
cloruro di potassio, restando d'altra parte l'acido colalico il quale
essendo poco solubile precipiterà cristallizzato, sol che si lasci il
liquido in riposo.
Facendo bollire con acidi o con barite o potassa oppure riscaldando a
200° o per le putrefazioni intestinali, l'acido colalico si scinde in
dislisina e acqua. Le dislisine nascono dalla disidratazione degli
acidi, epperó bolliti con corpi idratanti ridanno gli acidi stessi.
La dislisina dell'acido colalico trovasi nelle feci e nelle urine
itteriche
C_{24}H_{40}O_{5}-2H_{2}O = C_{24}H_{36}O_{3}
acido colalico dislisina
--_L'acido coleidinico_ C_{24}H_{38}O_{2} trovasi nella bile; nasce da
disidratazione dell'acido colalico epperò trovasi nelle feci.
--_L'acido acetico_ C_{2}H_{4}O_{2} trovasi nel contenuto gastrico ed
intestinale, nel sangue, nell'urina, nei muscoli.
È un liquido che si ottiene dall'ossidazione dello alcool etilico:
normalmente si ricorre al _mycodermi aceti_, il quale è un fermento
organizzato e si fa agir questo in presenza dell'aria; pero può ancora
ottenersi l'ossidazione sotto l'influenza del nero di platino.
Cristallizza formando coll'acqua un idrato; nell'acqua è
solubilissimo. È riconoscibile pel suo odore caratteristico: può
riconoscersi del pari aggiungendo un po' d'ossido di rame al liquido
da esaminare. L'ossido è rosso ed insolubile, si formerà acetato di
piombo, solubilissimo di color verde-rame.
--_L'acido formico_ trovasi in tracce nell'urina, nel sudore, nel
sangue; è un liquido incoloro, solubilissimo nell'acqua. Trovasi allo
stato cristallino alla temperatura di 1°C. sopra zero. Odora d'aceto:
è irritante molto sulla pelle, producendo delle flittene dolorose:
l'acido solforico lo decompone, disidratandolo, in acqua ed ossido
di carbonio CH_{2}O_{2}-H_{2}O = CO. Forma sali solubilissimi ad
eccezione di quelli di piombo, poco solubili a freddo non molto a
caldo.
--_L'acido ossalico_ C_{2}H_{2}O_{4} trovasi nell'urina o in soluzione
o entrando nella formazione di calcoli vescicali.
È bianco, cristallino solubilissimo, nell'acqua: colla potassa forma
un sale detto sale d'acetosella acidissimo.
Trattato con un po' d'acido solforico si decompone in anidride
carbonica, ossido di carbonio ed acqua:
C_{2}H_{2}O_{4}-H_{2}O = CO_{2} + CO
Acido oss. An. carb. Oss. carb.
Nell'urina trovasi combinato alla calce formando ossalato di calcio:
questo è assolutamente insolubile nell'acqua, però si scioglie in
presenza del solfato acido di sodio, dell'urea e di sali alcalini.
Per precipitarlo dall'urina basta aggiungere dell'ammoniaca: al
microscopio si presenta in cristalli a forma di busta da lettere o a
forma di piccoli prismi con basi piramidali. Talvolta assume la forma
di dumb-bells, quasi costituiti da fasci di cristalli filiformi
stretti nel mezzo. Nel consueto si deduce la quantità dell'ossalato di
calcio dell'urina dal numero di cristalli che capitano sotto la lente
del microscopio in una o più osservazione.
Per dosarli completamente si aggiunge ad un determinato volume di
urina, dell'ammoniaca in eccesso ed un po' di soluzione di cloruro
di calcio: precipiterà ossalato di calcio; prima di raccogliere
il precipitato sul filtro si aggiunga dell'acido acetico in tenue
quantità. Indi si filtri il liquido; ciò che si raccoglie sul filtro
si lavi, si dissecchi e si pesi.
Può trovarsi nell'urina quantità non grande di ossalato di calcio
specialmente in seguito a stati ipostenici nervosi o in seguito a cibi
ricchi di acido ossalico: il trovarne normalmente ed in abbondanza
costituisce una malattia detta ossaluria.
--_Acido valerico_. C_{5}H_{10}O_{2}. Trovasi nel sudore cui dà
il puzzo caratteristico e specialmente nel sudor putrido e negli
escrementi nato dalle varie fermentazioni. Ha odor di valeriana
dispiacevolissimo e penetrante. È un liquido incoloro poco solubile
nell'acqua forma sali solubili.
--_Acido caproico_. C_{6}H_{12}O_{2}. Trovasi nel sudore, è liquido
inodore, insolubile nell'acqua, solubile nell'alcool.
--_Acido caprilico_ C_{8}H_{16}O_{2}: accompagna il precedente. Hanno
tutti e due il caratteristico odor di sudore.
--_Acido caprinico_ C_{10}H_{20}O_{2}: liquido poco solubile con odor
di sudore.
--_Acido butirico_ C_{4}H_{8}O_{2}: trovasi nel sangue, nell'urina,
nel sudore, nel latte, nel contenuto del tubo digerente. Nel latte
trovasi allo stato di etere butirico; nel tubo digerente può trovarsi
per fermentazione indotta dal _bacillus butiricus_.
Il bacillus butiricus tramuta il lattato di calcio in butirrato di
calcio, carbonato di calcio, anidride carbonica ed idrogeno. Valga la
seguente equazione della fermentazione:
2(C_{2}H_{5}O_{2})^{2}Ca + H_{2}O
lattato di calcio
=(C_{4}H_{7}O_{2})^{2}Ca + CO_{3}Ca + 3CO_{2} + 4H_{2}
butirato di calcio, carb. di calcio anidr. carb.
V'ha formazione d'idrogeno nelle fermentazioni pel bacillus butiricus:
è questa una delle sorgenti dell'idrogeno nel tubo intestinale.
L'acido butirico è un liquido incoloro, solubile, d'odor fetido di
burro irrancidito.
--_Acido oleico_ C_{18}H_{34}O_{2} trovasi nell'adipe. Nei grassi
trovasi allo stato di oleina, gliceride dell'acido oleico assieme
all'acido stearico e palmitico.
È cristallino a bassa temperatura; liquido a 14° sopra zero
irracidisce prontamente, è solubile poco nell'alcool freddo moltissimo
nell'alcool caldo, è solubile del pari nell'etere, è insolubile
nell'acqua.
--_ L'acido oleico_ si trasforma sotto l'azione dell'acido nitroso in
acido cianidrico.
Coll'acido solforico e zucchero di canna dà una colorazione rossa
quasi simile a quella che gli acidi biliari danno nella stessa
reazione.
--_ Acido stearico_ C_{18}H_{36}O_{2}: trovasi nell'adipe e in tutti
i grassi animali allo stato di etere glicerico cioè sotto forma di
stearina: trovasi nel pus, nelle masse caseose tubercolari.
È cristallino in lamine rombiche, solubile nell'alcool, nell'etere,
insolubile nell'acqua. È inodore, insipido, di consistenza molle.
--_L'acido palmitico_ C_{16}H_{32}O_{2} trovasi nell'adipe, nel
sangue, nel burro. È cristallino in aghi bianchi solubile nell'alcool,
nell'etere, nel cloroformio e nella benzina.
--_L'acido margarico_ trovasi nell'adipe: esso è un miscuglio d'acido
palmitico e stearico.
È solido, bianco: in commercio è impiegato a formar candele steariche.
§ 4.° _Eteri_.--Diconsi eteri alcuni corpi organici derivanti dalla
sostituzione d'un radicale alcoolico od acido all'idrogeno ossidrilico
degli alcool, ad esempio:
CH_{3}OH dà CH_{3}OCH_{3}
alcool metilico
La glicerina è un alcool triatomico, forma eteri glicerici: è a questi
che comunemente si da il nome di grassi che nascono dalla sostituzione
ad uno, a due, o a tutti e tre gli atomi di idrogeno della glicerina
dei radicali degli acidi grassi; ad es. la palmitina cioè palmitato
di glicerina deriva da sostituzione a tutti e tre gli atomi di H
ossidrilici della glicerina del radicale dell'acido palmitico.
§ 5.0 _Eteri glicerici_--I grassi più importanti nella nostra economia
sono l'oleina, la palmitina e la stearina: questi due ultimi mischiati
insieme formano la margarina.
_Oleina_. Trovasi nell'urina, nel chilo, nel tubo digerente. Nel
sangue ve n'è nuotante nel siero o incapsulato dai leucociti epperò
in esso la quantità di grassi è quasi nulla nei periodi lontani dal
pasto, è massima nel periodo di chilificazione.
È nell'intestino che i grassi si emulsionano. Intendesi per
emulsionamento dei grassi la divisione che essi subiscono in piccoli
globetti, tenuti in sospensione in un liquido.
Ciò è possibile allorchè il liquido è alcalino e tiene in dissoluzione
un albuminoide qualsiasi: agitando in questo un grasso, l'albuminoide
tenuto in dissoluzione farà una cuticola ai globetti che si formano
coll'agitare il liquido.
Prima pero che questo strato albuminoide si formasse già l'alcali del
liquido aveva saponificata la superficie dei globetti di grasso, i
quali resteranno così, involti da una parete di sapone e da una parete
di materia albuminoide: questa, di cui è discussa l'esistenza, dicesi
membrana aptogena di Anderson.
La bile, il succo pancreatico ed il succo enterico emulsionano i
grassi e rendono possibile il passar di questi nelle vie linfatiche
e chilifere. La bile da ai grassi una emulsione grossolana, il succo
pancreatico ed il succo enterico danno ai grassi una emulsione fina e
persistente.
Il grasso s' origina nell'organismo dagli alimenti. Pero trovandosi
grasso anche negli animali erbivori deve dedursene che il grasso può
formarsi anche dagli idrati di carbonio; ad esempio le api si nutrono
del nettare dei fiori eppur danno cera cioè grassi.
Anche gli albuminoidi possono essere trasformati in grasso: prova ne
sia l'adipo-cera cadaverica e del pari il trovarsi trasformato in
grasso l'albume d'uovo che noi avessimo posto sotto la cute d'un
animale.
È certo però che la qualità di grasso dell'organismo, è in determinato
rapporto col grasso degli alimenti.
I grassi come termine ultimo delle loro modificazioni danno acqua ed
anidride carbonica, però percorrono numerose vie prima di giungere a
quest'ultima modificazione. Nell'intestino ad esempio i grassi
neutri si scindono parzialmente in glicerina ed acidi grassi e si
saponificano parzialmente.
I grassi all'aria irrancidiscono e prendono così un odore disgustante,
nauseoso: questo è dovuto alla formazione di acidi grassi di odor
fetido quale valerico, caprico, caproico ed altri.
Elevando ad alta temperatura i grassi o trattando la glicerina a caldo
con solfato potassico si hanno vapori di acroleina C_{3}H_{4}O liquido
di odore irritante incolore, che bolle a 52°, poco solubile nell'acqua
avidissimo d'ossigeno.
Per separare i grassi dai liquidi che li tengono in emulsione si
aggiunge a questo un alcali e dell'etere e si agita. Il grasso vien
disciolto dall'etere.
Per separare i grassi neutri dagli acidi grassi in un miscuglio può
aggiungersi della soda: questa formerà il sapone del grasso neutro
rispettando il grasso acido, epperò versando in ultimo dell'etere e
dell'acqua, i saponi si scioglieranno nell'acqua, i grassi nell'etere.
I grassi del pari che gli acidi grassi rendono rossa, la tintura
d'alcanna di color bleu. L'acqua riscaldata in tubi chiusi a 200°
sdoppia i grassi neutri in glicerina ed acido grasso.
I principali grassi neutri dell'organismo animale sono l'oleina, la
stearina, la palmitina, la margarina, la butirina.
_L'oleina_ costituisce l'elemento liquido degli olii; è denso,
incolore.
Quella del corpo umano è giallastra non per variazione della oleina
ma per la presenza di uno speciale pigmento detto luteina (di cui
parleremo in seguito) che trovasi anche negli altri grassi dando
all'adipe il colore giallastro caratteristico.
Oltrechè come costitutivo dell'adipe l'oleina trovasi allo stato
naturale e allo stato di oleati alcalini nel tubo intestinale, data
dagli alimenti.
Si ricava l'acido oleico dall'oleina facendo agire a caldo sulla
oleina l'acqua e il litargirio ridotto in polvere finissima.
L'oleina scioglie gli altri grassi epperò la sua presenza è sempre
associata ad un grado maggiore o minore di fluidità.
La _stearina_ trovasi nell'adipe; è cristallizzata in squamette
rombiche insolubili nell'alcool e nell'etere.
La _palmitina_ trovasi del pari nell'adipe; è solida, cristallizzata
in aghi bianchi, insolubile nell'acqua, solubile nell'alcool e
nell'etere.
La _margarina_ è un miscuglio di stearina e palmitina: essa trovasi
nel burro del latte di cui è il costituente più importante, assieme ad
altri grassi.
CAPITOLO 3.°
_Sostanze quatarnarie non azotate_
Son due solamente le sostanze quaternarie importanti, non azotate:
l'acido fosfoglicerico e l'escretina.
L'acido _fosfoglicerico_ C_{3}H_{9}PhO_{2}, trovasi nel tessuto
nervoso: è un liquido denso incolore che s'ottiene dalla
decomposizione del protagono e della lecitina. Quest'ultima trattata
con acqua di barite da acido fosfogligerico, neurina e stearato di
barite.
_L'escretina_ C_{78}H_{156}SO, si trova nelle feci; cristallizza
in piccoli prismi solubili nell'alcool, nell'etere, insolubili
nell'acqua, e nel cloroformio. Non è ben nota la sua origine.
CAPITOLO 4.°
_3° gruppo--Composti azotati_
§ 1.
_Sostanze albuminoidi_.
Sotto questo nome va compreso un gruppo estesissimo di corpi di
costituzione molto complessa, incristallizzabili quasi tutti, tutti
levogiri e di natura colloide, cioè difficilmente diffusibili
attraverso membrane porose, essendo fornite di bassissimo indice o
coefficiente osmotico.
Nella maggior parte, queste sostanze hanno una modifica solubile
nell'acqua ed un'altra insolubile: il passaggio dall'una forma
all'altra dicesi coagulazione.
Alcuni corpi albuminoidi sono solubili nell'acqua, altri non lo sono:
è stato messo in dubbio la solubilità dei primi e fu creduto che le
albumine sono in uno stato di diffusione molecolare non allo stato di
soluzione.
Tutti gli albuminoidi diventano solubili per opera degli alcali.
Evaporati nel vuoto a 30°C. lasciano dei residui in parte solubili
nell'acqua: evaporati a temperatura più alta danno residui non
più solubili: disseccati ancora danno masse amorfe, trasparenti,
giallastre.
Riscaldati a più di 110 gr. si decompongono, diventano brune e danno
luogo a vari prodotti volatili d'odor di corno bruciato e a residui
fissi che son le ceneri, composte di carbonati alcalini e di fosfato
di calcio. Questi trovansi sempre nelle sostanze albuminoidi.
Bollendo qualsiasi albumina con acido forte si ha prima la riduzione
in peptone e poscia una riduzione in ammoniaca, anidride carbonica,
leucina, tirosina, acido asparaginico, acido blutamidico.
Del pari fondendo le albumine con potassa caustica si ha ammoniaca,
anidride carbonica, leucina, tirosina, acido ossalico, acido
solforoso, scatolo, indolo e fenolo.
Le decomposizioni da putrefazioni degli albuminoidi sono le stesse che
a questi inducono gli alcali caustici.
Tutti gli albuminoidi, come ho detto, son solubili in soluzioni
d'alcali caustici: nelle soluzioni che si hanno trovansi dei solfuri
e solfati del metallo dell'alcali impiegato, epperò s'ammette che
nell'albumina il solfo sia doppiamente combinato. La costituzione
atomica degli albuminoidi è complessa e la loro grandezza è enorme in
paragone a quella dei corpi minerali ed anche di molti corpi organici.
Il Mulder crede l'albumina composta da sulfamide con la _proteina_; la
quale, secondo lui, è il radicale organico di tutti gli albuminoidi.
La proteina è priva di solfo: essa s'ottiene precipitando mediante un
acido, un'albumina in soluzione in un liquido alcalino.
Altre opinioni furono emesse, senzachè alcuna di esse risolva
pienamente la questione e per molti chimici insigni è incerto se
l'albumina sia un vero principio immediato: questi dubbi sono spiegati
pel modo duplice di accoppiamento atomico del solfo e pel modo come
l'albumina si comporta coi solventi. Ad esempio: facendo una soluzione
di albumina in acido acetico e aggiungendo della potassa anche in
eccesso accade che una parte dell'albumina precipita, un'altra parte è
trattenuta in soluzione.
Varie formole furon date delle varie albumine. Il Mulder dette per
l'albumina tipo C_{90}H_{278}Az_{???}SO_{???} il Liebig
invece formuli, C_{216}H_{676}Az_{102}S_{3}O_{68} e Lieberkun
C_{72}H_{224}Az_{36}SO_{???}
L'albumina trovasi nel sangue, nelle uova, nella linfa, nel chilo, nei
muscoli, nella sostanza nervosa, nel pancres, nel liquido di Cotugno,
cerebro-spinale, nel liquido dell'amnios, nel liquido sinoviale, nel
latte, nel cristallino, nella tunica media delle arterie.
Se ne trovano tracce nella saliva per secrezione parotidea.
Ecco un quadro che dà il rapporto su mille della quantità di albumina
nei vari liquidi e tessuti secondo Gorup-Besanez:
Midollo spinale..........74,9
Cervello.................86,3
Fegato..................117,4
Timo...................122,9
Uovo di pollo...........134,3
Muscoli.................161,8
Tunica media arteriosa..273,3
Cristallino.............383
Liquido cerebro spinale...0,9
Umore acqueo..............1,4
Liquido amniotico.........7
Succo enterico............9,5
Siero pericardico........23,6
Linfa....................24,6
Succo pancreatico........33,3
Sinovia .................39,1
Latte....................39,4
Chilo....................40,9
Sangue..................195.6
L'albumina non trovasi mai nell'urina normale vi si trova invece in
condizioni patologiche.
Nei vari liquidi e tessuti l'albumina s'origina dell'alimentazione
peri, dopo aver subite la peptonizzazione gastrica, la peptonizzazione
finalmente pancreatica, la riduzione in albuminati alcalini, poi in
siero-albumina ed in globulina: quest'ultima riduzione vien prodotta
sugli albuminoidi dal sangue arterioso. La globulina resta nel sangue
pronta a darsi ai tessuti allorchè questi sono inaniti nella loro
normale nutrizione per lo sviluppo delle varie funzioni, le quali,
come è facile ad intendersi disquilibrano la nutrizione cellulare.
L'organismo animale non crea l'albumina, modifica solamente quella che
ad esso proviene dal regno vegetale: questo crea la vita, l'animale
utilizza e trasforma la forza che il vegetale ha già immagazzinato
creando.
_Caratteri generali degli albuminoidi e reattivi_.
--L'acido nitrico concentrato colora gli albuminoidi in
giallo-aranciato formandosi un coagulo dello stesso colore che si
scioglie gradatamente tingendo il liquido del suo colore. A questo
corpo giallo il Mulder dette il nome d'acido xantropateico.
--Trattati con agenti ossidanti come perossido di manganese, bicromato
di potassa si producono aldeidi benzoica, acetica, propionica,
valerica, riconoscibili anche solo dall'odore caratteristico.
--Il reattivo di Millon o nitrato acido di mercurio precipita gli
albuminoidi colorandosi in rosso cupo. Per preparar questo reattivo si
fanno agire a caldo due parti di acido nitrico fumante su d'una parte
in peso di mercurio; il corpo formatosi, sciolto in acqua costituirà
il liquido del Millon.
--Coll'acido solforico e collo zucchero di canna si coleranno in
violetto-porpora.
--L'acido cloridrico scioglie le materie albuminoidi all'aria,
colorandosi in violaceo azzurro.
Tutti gli acidi precipitano le albumine dalle loro soluzioni ad
eccezione pero degli acidi formico, acetico, tartarico, e fosforico i
quali, allorchè sono in un lieve eccesso, sciolgono le albumine. Oltre
questi acidi scioglie gli albuminoidi il reattivo di Schweizer del
quale ho parlato nel paragrafo della cellulosa.
Per riconoscere le albumine nei vari liquidi e per dosarne la quantità
si fa uso di vari metodi.
Il calore s'utilizza il più delle volte: riscaldando il liquido da
esaminare tra 70° e 80° C., le albumine in esso contenute coagulano e
precipitano. Il precipitato si filtra, si lava, si secca, si raccoglie
e si pesa.
Hoppe Seyler consiglia di acidular con molto acido acetico il liquido
da esaminare, indi aggiungere un egual volume di soluzione salina
satura o di cloruro di sodio o di solfato acido di soda o di solfato
di magnesio; questo metodo farà evidenti anche delle minime tracce di
albumina epperò è da usarsi preferibilmente nell'analisi delle urine.
Un metodo dosimetrico esatto è quello di Esbach. Si fa una soluzione
a caldo di 5 gr. d'acido picrico e 10 d'acido citrico in mezzo litro
d'acqua distillata; per dosar l'albumina con questo reattivo, si usano
dei tubi con graduazione speciale che si vendono sotto il nome
di albuminometri Esbach; in questi vi ha, andando dal fondo alla
superficie, una scala graduata, più su un segno cui corrisponde un U
e più in alto ancora un segno cui corrisponde un R. Si versa la urina
sino al segno U, vi si aggiunge di reattivo tanto che si vada fino
al segno R.: dopo molte ore, leggendo alla scala annessa si vedrà il
numero delle graduazioni occupate dal precipitato, corrispondenti ad
altrettanti grammi d'albumina.
Hoppe Seyler fa di tutti gli albuminoidi 8 gruppi:
1° Albumine solubili.
2° Globulina.
3° Fibrina.
4° Acidalbumina.
5° Albuminati alcalini.
6° Sostanza amiloide.
7° Peptone.
8° Albumina coagulata.
_1° gruppo--Albumine solubili_.
Questo gruppo comprende l'albumina dell'uovo, la albumina del sangue
e l'albumina muscolare, la quale non si confonda con la miosina,
appartenente al secondo gruppo.
Nel sangue v'ha in media gr. 70 su mille di seroalbumina: questa devia
di 56 gradi a sinistra la luce polarizzata.
L'albumina muscolare ricavasi dal succo del muscolo, che s'ottiene per
compressione: col coagulare la miosina, il plasma residuo contiene tre
albumine, che precipitano col calore di 45° a 70°C.
Per separar le albumine dai liquidi che ne contengono in soluzione,
s'usa di aggiungere al liquido un po' d'acido acetico ed indi far
passare una corrente d'anidride carbonica attraverso lo stesso. Il
liquido filtrato, si passa nel dializzatore: i sali che stanno in
soluzione, passeranno, l'albumina invece, essendo di natura colloide,
non passera e sarà trattenuta.
Per separar l'albumina dall'uovo, il Wurtz propose di aggiungere un
po' d'acetato basico di piombo all'albume d'uovo, precedentemente
allungato con acqua e filtrato attraverso un panno, dopo pero d'averlo
ben, bene sbattuto. L'acetato di piombo produce un abbondante
precipitato, che si raccoglie e si lava; indi si fa di esso con
acqua della poltiglia, in cui si fa passare una corrente di anidride
carbonica la quale fa dell'albuminato di piombo formato, albumina, che
rimane sciolta, e carbonato di piombo che precipita.
Filtrando, il carbonato di piombo resta nel filtro, la soluzione
albuminosa passa attraverso: essa evaporata a 40° C. dà in ultimo
albumina pura.
L'albumina del siero e l'albumina del sangue tutte e due vengono
precipitate dall'acetato di piombo: però allorchè sono in soluzione
nei loro liquidi naturali, non si comportano egualmente coll'etere che
coagula la prima, ma non coagula la seconda.
L'albumina dell'urina dei brigtici, _paralbumina_, si distingue per
vari caratteri: essa precipita incompletamente mercè il calore e
l'acido nitrico; è precipitata dall'alcool, però il precipitato si
ridiscioglie a poco a poco.
_2°gruppo--Globulina_.
Questo nome deriva agli albuminoidi di questo gruppo dall'appartenere
ad essi quello di cui è formato la lente cristallina in latino
globulus.
La _globulina_ trovasi nei globuli del sangue e nella lente
cristallina; è insolubile nell'acqua, solubile nella soluzione di
cloruro di sodio. Nella soluzione di solfato di magnesio al 5% è
solubile, peri, vien precipitato, aggiungendo altra quantità dello
stesso sale. La globulina si tramuta in acidalbumina facendola bollire
con acido idroclorico allungato.
Coagula mercè il calore, però ad una temperatura più elevata di quella
che fa coagular l'albumina.
L'emoglobina è la sostanza colorante del sangue formata di globulina
e di ematina; essa cristallizza in vario modo a seconda degli animali
donde si ricava; si scioglie nell'acqua, s'altera mercè l'alcool e il
cloroformio.
In contatto dell'ossigeno dell'aria si tramuta in ossiemoglobina, per
ridiventare emoglobina ridotta dopo chè i tessuti avranno tolto ad
essa l'ossigeno.
Pfluger, Beaunis, Schoenbein ed altri sostengono che l'ossigeno
dell'aria, in contatto dell'emoglobina, si tramuta in ozono che in
parte ossida l'emoglobina, in parte resta in soluzione nel sangue in
uno stato di grande attivita. L'emoglobina è ossidata intensamente
dall'ozono che da ad esso il colorito rosso vermiglio caratteristico
del sangue arterioso; l'azione prolungata dell'ozono da al sangue un
colore rosa pallido.
L'alcool la precipita dalle sue soluzione acquose dandole un color
rosso chiaro; precipitata, dopo poco tempo, si decompone.
L'ossido di carbonio si combina all'emoglobina, formando un composto
stabile che può cristallizzare e che Hoppe-Seyler chiamo emoglobina
ossicarbonata; questa è di colore cupo azzurrognolo, epperò da il suo
colore al sangue, allorchè questo gas infesta le vie circolatorie.
L'ossido di carbonio, combinandosi all'emoglobina, gli toglie la
facoltà di ossidarsi e di cedere l'ossigeno ai tessuti: tale è
l'influenza tossica di questo gas.
L'emoglobina consta di globulina e di ematina: questa è un pigmento
contenente ferro. Per dosare la quantità di emoglobulina nel sangue,
sia a scopo teoretico, sia a scopo clinico, si fa uso dei vari
globulimetri ed emometri.
Il globulimetro di Mantegazza consiste in una bottiglina larga e
schiacciata, di quelle che frequentemente sono porta-odori. In questa
si mette il sangue diluito e, attraverso di esso, si guarda una fiamma
la quale, evidentemente, si vedrà più o men bene, secondochè meno o
più ricco di globuli è il sangue da esaminare. Indi si frappongono
alla bottiglina ed alla fiamma dei vetri colorati in bleu-azzurro,
che è il colore complementare al color del sangue. Allorchè si sarà
aggiunto tal numero di vetrini colorati che la fiamma si vedrà netta,
potrà dedursi da questo la ricchezza del sangue in emoglobina: questo
apparecchio è pero un emocromometro più che un globulimetro.
Per calcolare il numero dei globuli si diluisce il sangue con una
soluzione alcalina indifferente e se ne osserva una nota quantità al
microscopio, con obbiettivo fornito di una rete micrometrica. Questa
rende possibile il contare esattamente i globuli: più osservazioni
ripetute saranno sufficienti ad indicar il numero dei globuli ematici
con grande approssimazione, sol che si badi a tener conto della
diluizione fatta.
A questo gruppo appartiene _la vitellina_ che trovasi nel tuorlo
dell'uovo associata colla lecitina.
_La miosina_ è tenuta in dissoluzione nel sarcolemma (Kuhne). Ha la
proprietà di coagulare spontaneamente dopo la morte, ed è però il
fattore della rigidità muscolare cadaverica. È molto solubile negli
alcali diluiti e negli acidi.
_La paraglobulina_ o sostanza fibrinoplastica si trova nel siero
del sangue, nei corpuscoli bianchi, nel connettivo ecc. assieme al
fibrinogeno: queste due sostanze non reagiscono nei vasi integri:
allorchè le pareti interne di questi s'alterano o il sangue fuoriesce
in massa, s'ha la coagulazione.
Schmidt isola la para dalla meta-globulina facendo passare una
corrente di anidride carbonica nel sangue di cavallo, in cui essendosi
aggiunto del solfato di sodio, in soluzione, per ritardar la
coagulazione, siano precipitati i globuli ematici. Dopo alquanto tempo
si hanno alcuni fiocchi che, separati colla filtrazione, tolgono al
sangue la facoltà di coagulare (sostanza fibrinoplastica): facendo
passare ancora altra anidride carbonica si separeranno delle masse
vischiose, le quali aderiranno alle pareti del recipiente (sostanza
fibrinogena).
Queste due sostanze sono insolubili nell'acqua bollita o carica di gas
acido carbonico, tutte e due riducono l'H_{2}O_{2} in H_{2}O + O.
Sono solubili negli alcali caustici allungati: la differenza più
spiccata tra di loro sta nella temperatura in cui le loro soluzioni
coagulano.
3.° gruppo: _fibrina_.
Questa trovasi coagulata nel sangue, linfa, chilo, essudati
patologici. Si prepara ordinariamente agitando dei vimini nel sangue
uscente dai vasi: la fibrina s'appiglia ad essi sotto forma di fiocchi
i quali, lavati ripetutamente in acqua ed alcool danno fibrina pura.
Questa si presenta come massa gelatinosa, allo stato umido, ed, allo
stato secco, come fiocchi bianchi insolubili nell'acqua. Gli alcali
disciolgono la fibrina con produzione di albuminati alcalini.
Gli acidi concentrati non disciolgono la fibrina, che invece si
scioglie allorchè essi sono in soluzione. Una soluzione d'acido
cloridrico trasforma la fibrina in una gelatina trasparente. La
fibrina decompone l'H_{2}O_{2} in H_{2}O + O: perde questa proprietà
col riscaldamento oltre i 72° centigradi.
Nel sangue v'ha di fibrina circa 3 gr. su mille: allorchè la si fa
coagulare spontaneamente da esso, è rossiccia perchè ha impigliati
come in una rete tutti gli elementi istologici di esso. Essa s'origina
fuori dell'organismo oppure in esso dall'azione del fibrinogeno sul
fibrinoplasto.
4.° gruppo: _acidalbumina_.
È un albuminoide insolubile nell'acqua, nei sali neutri nella
soluzione di nitro ed in quello di cloruro di sodio. È solubilissimo
nei liquidi alcalini e nell'acido idroclorico in soluzione all'uno per
mille. Non decompone l'acqua ossigenata: è precipitata dalle soluzioni
alcaline da una corrente d'anidride carbonica. Si presenta bianca,
gelatinosa: pare che sia il primo stato della trasformazione degli
albuminoidi sotto l'azione del succo gastrico.
5.° gruppo: _Alcali albumina_.
Di questo gruppo è da considerare la caseina che si trova nel latte,
in quantità variabile pei diversi animali, nel latte di donna trovasi
normalmente nel rapporto circa del 40 su mille: trovasi in gran parte
sciolta, in parte coagulata ed in parte trovasi attorno ai globetti
del latte a formar la membrana aptogena.
Col riscaldamento si forma sul latte ciò che noi chiamiamo panno: è
questo un coagulo di caseina.
La caseina è coagulata ancora dagli acidi fuorchè dagli acidi
tartarico, cianidrico, dal caglio o presame che trovasi nell'abomaso
o quarto ventricolo dei ruminanti. Allorchè s'ha nel latte la
putrefazione pel bacillus lactis la caseina, vien coagulata dall'acido
latico formatosi.
La caseina è più solubile nel succo pancreatico che nel succo
gastrico: in questo coagula e per azione dell'acido cloridrico e per
azione della chimosina.
6.° gruppo: _Sostanza amiloide_.
Trovasi questa in vari organi o in forma di fine granulazioni o a
strati concentrici o a forma di globetti: se ne trova nel fegato,
nella tiroide, nei pulmoni, nella milza. L'attributo di amiloide che
si dà a questa sostanza, farebbe credere all'esistenza d'una affinità
coll'amido: quest'affinitá non v'è.
Esso è una sostanza omogenea, densa, filante, insolubile nell'acqua,
negli acidi diluiti, nelle soluzioni alcaline.
L'acido solforico dà alla sostanza amiloide una colorazione bleu, la
tintura d'iodo un colore rosso-vinoso.
Allorchè s'esaminano al microscopio tessuti contenenti sostanza
amiloide, anche in tracce minime, e si fa uso per la colorazione del
violetto d'anilina, laddove gli elementi istologici ci colorano in
violetto-bleu, la sostanza amiloide si colora in rosso-violaceo.
7.° gruppo: _Albumina coagulata_.
Questo gruppo raccoglie le albumine di tutti i gruppi coagulate con
qualunque dei mezzi adatti ad ottenei la coagulazione. L'albumina
coagulata è insolubile nell'acqua, nell'acido idroclorico, nel nitrato
di potassa, nel cloruro e nel carbonato di sodio, è solubile negli
acidi e nelle soluzioni saline concentrate.
Si presenta sotto varia forma: nella maggior parte dei casi, si
presenta bianca, fioccosa, elastica
8.° gruppo: _Peptone_.
Nasce il peptone dall'azione lenta del succo gastrico e dall'azione
rapida della tripsina pancreatica sugli albuminoidi.
La peptonizzazione ha per scopo fisiologico quello di rendere gli
albuminoidi diffusibili e dializzabili.
I peptoni non precipitano col calore, nè la mercè di acidi, ne di
soluzioni d'alcali fissi; precipitano mercè l'alcool, il sublimato
corrosivo, l'acido tannico, il nitrato d'argento e l'ammoniaca. Il
solfato d'ammonio precipita tutti gli albuminoidi, fuorchè il peptone.
Per prepararlo si fa agire su di un albuminoide o la pepsina o la
tripsina, indi si riscalda e si filtra: il filtrato si tratta con
solfato ammoniaco. Tutti gli albuminoidi precipitano, fuorchè il
peptone, il quale può ottenersi, precipitandolo mediante alcool.
Forse i peptoni sono albuminoidi idrati, infatti, disidratandoli con
anidride acetica o col portarli ad alta temperatura, si ha un corpo
albuminoide, molto simile agli albuminoidi solubili.
Pare anche che i peptoni siano più poveri di carbonio degli
albuminoidi donde s'originarono.
Tutti gli albuminoidi studiati possono aggrupparsi nel seguente
quadro:
{ Albumina dell'uovo } {
{ Albumina del sangue } da soli { coagulabili
Solubili { Pancreatina } { completamente
nell'acqua { Paralbumina coll'aggiunta d'ac. acetico { pel calore.
{ Fermenti solubili {
{ Peptone { incoagulabili
{ Alcali albumina (Caseina)
{ Acidalbumina (Parapeptone) } solubili senza trasformarsi
{ Vitellina } in soluzioni di sali
Insolubili { Miosina } neutri e di acidi.
nell'acqua { Fibrinogeno }
{ Fibrinoplasto }
{ Fibrina
{ Sostanze albuminoidi coagulate
{ Sostanza amiloide
§2.°--_Derivati albuminoidei_
1.° gruppo dei collogeni
2.° gruppo delle cheratine
3.° gruppo delle elasticine
_Sostanze collogene_: trovansi nei tessuti connettivi varii, avendo
per ciascuno di essi una varia composizione centesimale: hanno tutte
la proprietà d'essere insolubili nell'acqua ed in soluzioni alcaline.
A questo gruppo deve ascriversi l'osseina e la condrina:
C_{49.9}H_{6.6}Az_{14.5}O_{28.6}S_{???}, la prima si trova in tutti
i tessuti ossei, la seconda nelle cartilagini e nella cornea. Per
preparare l'osseina basta decalcificare l'osso trattandolo con una
soluzione d'acido cloridrico, indi con etere, per sciogliere i residui
di sostanza grassa.
La condrina si prepara facendo bollire le cartilagini per molte ore e
lavando la massa che se ne ottiene con etere, e poi con molto alcool.
La condrina si rammollisce nell'acqua fredda, laddove l'osseina resta
immutata, l'una e l'altra però si sciolgono nell'acqua bollente.
Coll'ebollizione prolungata si trasformano in colla o gelatina la
quale raffreddata si rappiglia in una massa amorfa, trasparente,
elastica, poco solubile nell'acqua fredda, molto nell'acqua calda.
Bollita con acido solforico dà leucina e glicocolla, epperò questa
vien detta zucchero di gelatina.
La gelatina vien precipitata dall'acido tannico, dall'alcool e dal
bicloruro di mercurio in presenza di acido cloridrico.
I colloidei nel tubo digerente si comportano come gli albuminoidi,
però il succo gastrico toglie loro la facoltà di gelatinificare.
Ai colloidei può aggrupparsi la _mucina_ C_{48}H_{6.8}Az_{8.5}O_{35.8}
la quale, come è noto, è segregata dalle grosse gandole mucose o
dalle membrane mucose: trovasi anche nel connettivo e nel funicelio
spermatico. Chimici insigni credono all'esistenza del solfo nella
mucina.
Le soluzioni di questa in alcali molto diluiti, sono dense, filanti,
nè precipitano mediante il calore. L'acido acetico precipita la
mucina, nè il precipitato si ridiscioglie in un eccesso di reattivo o
in liquidi alcalini: questo carattere lo fa distinguere nell'urina.
Però in questa reazione si deve aggiungere molt'acqua all'urina per
evitar che precipiti l'acido urico e per render meno intensa l'azione
dissolvente sulla mucina del cloruro di sodio.
Le urine con muco presentano la proprietà di dare un grosso fiocco
allorchè dopo d'avere aggiunto dell'ammoniaca si dà al tubo un moto
rotatario: questo fiocco è formato dal muco che impiglia il solfato
ammonico-magnesico formatosi (Renzone).
Nelle articolazioni ha l'importante ufficio di lubrificare la sinovia
epperò rendere scorrevoli le articolazioni: essa è segregata dalle
cellule caliciformi dell'epitelio (Soubbotine); la sua quantità
proprorzionale diminuisce col riposo articolare.
2.° gruppo: delle elasticine.
La elasticina trovasi nei tessuti elastici caratterizzabile per la sua
grande resistenza ai mezzi dissolventi. Essa non dà colla, neppure
colla cottura molto prolungata. La potassa e l'acido acetico la
disciolgono molto lentamente, l'acido cloridrico la scioglie
colorandosi in giallo per la formazione d'acido xautoproteico.
Nell'acido cloridrico allungato si scioglie, ma alla temperatura di
30°, 40°C epperò pare che si debba disciogliere nel succo gastrico
nello stomaco.
3.° gruppo: delle cheratine.
Costituiscono i tessuti cornei. Nelle fibre della sostanza nervosa la
cheratina forma le guaine del Mauthner nonchè i setti intermediarii
d'impalcatura della mielina (Kuhne).
La cheratina è insolubile nel succo gastrico, è insolubile nell'acqua,
nell'alcool, nell'etere. È solubile nell'acqua riscaldata al disopra
della sua temperatura d'ebollizione nella pentola di Papin: del pari è
solubile in soluzioni d'alcali fissi.
§ 3.° _Fermenti ed enzimi_.
Intendesi per fermentazione quel fenomeno chimico per mezzo del quale
una sostanza organica si trasforma in altri prodotti, sotto l'azione
d'un agente modificatore. Questa definizione dice che ocorrono due
corpi nella fermentazione, uno fermentescibile ed un altro capace
d'indurre la fermentazione: quest'ultimo dicesi fermento. E prendendo
questo nome nel senso più largo possiamo dire che esso è di doppia
natura: o è organizzato o è inorganico; si riserba il nome di fermento
al primo, il nome di enzima al secondo.
Questi agenti hanno comune la facoltà di agire in proporzioni minime
e sebbene i fermenti abbiano la facoltà di riprodursi con rapidità
straordinaria, pure il peso di essi complessivo, paragonato a quello
della sostanza fermentescibile, è infinitamente piccolo.
Liebig negava la vitalità del fermento e supponeva che la
fermentazione non fosse altro che un disquilibrio molecolare, che si
trasmettesse come disquilibrio ondulatorio, il quale disturbando il
rapporto atomico dei varii corpi suscitasse in esso uno scuotimento
intimo ed energico, paragonabile alla scintilla, cui seconda un
incendio, al minimo stimolo nervoso, cui tien dietro la contrazione di
miriadi di fibre muscolari.
Il Pasteur con importanti esperimenti, provò che la fermentazione è
dovuto ad esseri organizzati, i quali capitano nei liquidi, cadendo
dall'aria atmosferica, che seco li trasporta: e lo sviluppo dei corpi
nuovi è dovuto all'attività vitale di questi esseri organizzati,
fermenti, per cui essi, nutrendosi, come ogni altra cellula, danno
come prodotto escretorio, mi sia permesso dir cosi, i vari prodotti di
trasformazione. Da altri si dice che i vari fermenti agiscono dando
prodotti chimici che a loro volta agiscono da enzimi.
I fermenti muoiono a temperature inferiori a 4°C e superiori a
55°C, gli enzimi invece disseccati possono esser sottoposti ad un
riscaldamento di 160°C senza perdere la loro attività.
I fermenti perdono la loro azione, trattali con alcool, sublimato,
fenolo, acido salicilico, gli enzimi dell'organismo animale invece
resistono all'azione degli agenti suddetti, di guisa che queste
sostanze antisettiche sono i migliori mezzi per studiar l'azione di
questi fermenti puri dell'organismo, poichè neutralizzano l'azione dei
fermenti organizzati.
Gli enzimi vengono trasportati meccanicamente dai precipitati che si
formano nelle loro soluzioni senza perdere attività.
Dei fermenti alcuni come il micoderma aceti, le monadi vivono
nell'aria ed impiegano l'ossigeno di quest'ultima per trasformare
i corpi organici di cui vivono in ammoniaca, acqua ed anidride
carbonica, altri nell'aria muoiono. I saccoromyces cerevysiae ad
esempio vivono nell'aria epperò diconsi aerobii, i vibrioni invece
nell'aria muoiono, epperò diconsi anaerobii. Il disseccamento non
nuoce ai fermenti, epperò il lievito di birra in commercio vendesi
impastato con amido.
_Fermenti_
_Criptococcus cervisiae:_ sdoppia l'amido della birra, dopo d'averlo
trasformato, in glucosio, in alcool ed anidride carbonica. E
costituito da piccoli otricoli rotondeggianti aggruppati.
_Micoderma aceti:_ figurato da piccolissimi globetti ovoidali sdoppia
il glucosio in alcool ed anidride carbonica.
_Bacillus lactis:_ costituito da lunghi bastoncini determina la
fermentazione lattica: nello stomaco questo batterio ha un periodo di
grande sviluppo al principio della digestione gastrica, arrestandosi
la sua azione pel comparire dell'acido cloridrico il quale lo
distrugge pel suo alto potere antifermentativo.
_Bacillus butiricus_: è a forma di bastoncini: dà la fermentazione
butirica agli albuminoidi, ai grassi ed agli zuccheri.
Il _micrococcus ureae_ induce nell'urina la decomposizione dell'urea
in carbonato d'ammonio.
_Enzimi_
1.° Enzima saccarificante 2.° Enzima inversivo 3.° Enzima coagulativo
4.° Enzima peptogenico 5.° Enzima emulsivo e sdoppiante i grassi
_Enzimi saccarificanti_
La _ptialina_ trovasi nella saliva donde s'ottiene pura aggiungendo
dell'acido fosforico e poi dell'acqua di calce sino ad aver reazione
alcalina: si formerà fosfato di calce che precipitando trascinerà seco
la ptialina. Si raccoglie il precipitato su d'un filtro e si lava con
acqua abbondante: nell'acqua di lavaggio c'è la ptialina che può farsi
precipitare mediante alcool. Vien precipitata dall'acetato di piombo
e dall'alcool; precipitata, ha la forma di polvere bianca amorfa,
solubile nell'acqua.
La ptialina agisce con la maggiore attività in liquidi neutri di
reazione. Il bicloruro di mercurio e l'acido ossalico anche in
soluzioni estremamente diluite impediscono l'azione della ptialina.
Nello stomaco la ptialina, introdotta per deglutizione della saliva
cessa d'aver azione allorchè l'acido cloridrico vien fuori in quantità
sufficiente: questo arresta l'azione zimotica della ptialina in
quantità dell'uno per mille.
Immensa è la potenza saccarificante della ptialina; calcoli recenti
dimostrarono che una parte di enzima saccarifica 40,000 parti d'amido.
_Amilopsina_: è l'enzima diastasico del pancreas il quale agisce molto
energicamente sull'amido cotto e sulla cellulosa (Schmulewitsch). È
solubile nell'acqua e nella glicerina, gli acidi e gli alcali caustici
lo distruggono, l'alcool lo precipita epperò per prepararlo si fa
l'infuso glicerico del pancreas per molte ore, indi si precipita
mediante alcool e si raccoglie su filtro: il raccolto è puro dopo
ripetute lavande e formazion di precipato mercè acqua ed alcool
alternatamente aggiunti.
--Si crede che anche la glandule del Brunner diano un enzima
diastasico (Costa).
--Il succo enterico secreto dalle glandule di Lieberkun, ha azione
sull'amido cotto che trasforma in zucchero: esso è un liquido
gialletto, trasparente di reazione alcalina. Per raccoglierlo si isola
un'ansa intestinale pur lasciandola in continuità col mesentere indi
si cuciono i due tratti dell'intestino tagliato e si uniscono alla
ferita fatta sulla parete addominale, mercè sutura i due capi del
tratto interciso (Vella).
Al metodo suddetto fu opposto il dubbio che il succo enterico così
ottenuto non fosse normale siccome quello che fosse ottenuto in
condizioni non fisiologiche di riposo (Albini). Il metodo di Velia
migliorato dai Prof. Malerba ed Iappelli dette come risultato che il
succo enterico ha azione più inversiva che saccarificante laddove col
metodo dell'ansa sequestrata predominava il potere saccarificante.
--Il succo dell'intestino cieco ha energica azione saccarificante
(Paladino).
_Enzimi invertivi_.
II succo enterico muta il saccarosio in destrosio e levulosio, per
l'invertina o fermento inversivo scoperto da Bernard.
_Enzima peptogenico_:
_Pepsina_: trovasi nel succo gastrico nel rapporto del 3 per mille.
Per separarnelo si adopera il metodo di Wittich che fa l'infuso
glicerico della mucosa gastrica, indi precipita la pepsina mercè
alcool.
La pepsina isolata è una sostanza azotata non albuminoide, è solubile
nell'acqua e nella glicerina, insolubile nell'alcool.
La pepsina ha azione solo in un ambiente acido, scioglie gli
albuminoidi e li trasforma prima in propeptoni, poi in peptoni: un
grammo di pepsina può peptonizzare 3000 gr. di albumina.
Il propeptone si differisce dal peptone perciò che si scioglie solo
nell'acqua lievemente alcalina od acida e precipita mediante aggiunta
d'acido nitrico.
Resistono all'azione del succo gastrico la mucina, la cheratina,
l'osseina, la condrina.
Secondo Schiff la pepsina si genera dalla propepsina la quale però
dicesi pepsinogeno, che differisce dalla prima perchè resiste agli
alcali i quali distruggono invece la pepsina.
Per raccogliere il succo gastrico s'usa il metodo della fistola
gastrica che consiste nel fare una incisione sulla grande curvatura
dello stomaco penetrando evidentemente, dalla parete addominale con un
taglio fatto in corrispondenza di quella: indi si uniscono tra loro
mercè sutura, i bordi rispettivi della incisura addominale con quelli
della incisura gastrica. Nella bocca siffatta si adatta una cannula
d'argento di costruzione speciale, si che afferrando d'intorno le
pareti gastrica ed addominale con un doppio cercine metallico, lasci
nell'interno di esso un canale attraverso del quale può introdursi le
diverse sostanze da studiare o può fluire il succo gastrico secreto
dalle glandule per riflesso d'una stimolazione meccanica, chimica od
elettrica.
Alcuni fisiologi credono che il vago domini con una azione moderatrice
anche sullo stomaco e che uno stimolo sulla mucosa gastrica non faccia
che paralizzare l'azione inibitrice del vago, per cui restando libera
la funzione d'una innervazione (?) intrinseca dello stomaco questa
sollecitasse la secrezione del succo gastrico. E Goltz esperimentò su
di animali operati di fistola gastrica e vide esser più abbondante la
secrezione in quelli che aveva operati di recisione unilaterale del
vago che in quelli in cui la funzione del par vago era normale.
_Tripsina_: è il fermento peptogenico del succo pancreatico.
La sua azione differisce da quella della pepsina, in quanto che questa
agisce in un ambiente acido, quella in un ambiente alcalino o neutra,
o molto debolmente acida. Par che le cellule pancreatiche mettan fuori
un zimogeno, il quale poi vien formato durante la secrezione, per
l'azione di varie sostanze.
La tripsina fu ottenuta dal Kühne come una massa gialla, trasparente,
preparandola col seguente metodo:
Si prende il pancreas di un animale in digestione e si pesta
finamente. S'introduce la poltiglia nell'acqua gelata e si filtra;
il filtrato precipita coll'alcool e il precipitato si tratta
coll'alcool assoluto per rendere insolubili gli albuminoidi; poi
si riprende di nuovo coll'acqua che scioglie il solo fermento. Si
aggiunge a questa soluzione l'uno per cento di acido acetico che
forma un precipitato; si filtra e si lava il residuo: il liquido e
l'acqua di lavaggio, uniti insieme, sono novellamente precipitati
coll'alcool; il precipitato è ripreso coll'acqua a cui si aggiunge
uno per cento di acido acetico e il tutto si riscalda a 40° per
qualche tempo; si forma un nuovo precipitato che si separa per
filtrazione. Il liquido filtrato vien reso alcalino colla soda
caustica ed è portato di nuovo a 40°C; si forma un precipitato
in massima parte fatto di sali terrosi. Separato il deposito, si
concentra il liquido e si sottomette alla dialisi che lascia
passare i peptoni, la tirosina e la leucina. Nel dializzatore
resta un liquido, il quale evaporato a dolce calore, lascia un
residuo giallastro, trasparente, alquanto elastico, che in massima
parte, è costituito da tripsina. (Malerba)*
La tripsina, così preparata, è solubile nell'acqua, insolubile nella
glicerina.
--Pare che il succo enterico abbia anche un potere peptogenico su
qualche albumina: secondo Schiff e Boas ha azione su molte albumine,
non sulla sola fibrina, come credeva Thiry.
I professori Malerba, Boccardi e Iappelli, per studii recenti, credono
che il succo enterico non abbia facolta peptogena sulle sostanze
albuminoidi.
_Enzimi sdoppianti i grassi ed emulsivi_
Si ammette che già i grassi neutri subiscano nello stomaco una
parziale decomposizione in acidi grassi e glicerina: a questa funzione
provvede soprattutto la _steopsina_ del succo pancreatico.
Essa è solubile nell'acqua: facendo un infuso acquoso del pancreas ed
aggiungendo a questo dell'ossido di magnesia, la steopsina trovasi nel
precipitato.
L'emulsione dei grassi è data dalla bile, dal succo pancreatico e dai
succhi intestinali. La bile da ad essi una emulsione grossolana, che
presto sparisce: il succo pancreatico da invece una emulsione fina e
che più non scompare; epperò la bile ed il succo pancreatico agiscono
cospirantemente allo scopo di ottenere una emulsione completa.
La bile favorisce l'azione steolitica del succo pancreatico e
saponifica, del pari che i succhi enterico e pancreatico, gli acidi
grassi formati dallo sdoppiamento dei grassi neutri.
I saponi formatisi vengono assorbiti facilmente: essi favoriscono
moltissimo il passaggio attraverso le mucose intestinali dei globetti
di grasso in emulsione, epperò, com'e chiaro, il succo pancreatico e
la bile agiscono d'accordo nella digestione dei grassi.
Il succo enterico, alcalino, contribuisce all'emulsione e
saponificazione dei grassi.
§ 4.° _Pigmenti_.
Son dette pigmenti molte sostanze azotate dell'organismo, cui il
colore caratteristico fa aggruppare in una sola categoria.
E di questi alcuni possedon ferro nella loro molecola, come l'ematina,
l'emina, la melanina, altri non ne possiedono.
_Ematina_ C_{96}H_{51}Az_{6}O_{18} è il pigmento rosso del
sangue formatosi dalla ossidazione dell'emocromogeno, sostanza
cristallizzabile, che trovasi nei corpuscoli rossi del sangue in uno
stroma speciale.
Può ottenersi trattando l'emoglobina con soluzione di soda a 100°C in
completa assenza d'ossigeno.
L'ematina è una polvere rosso bruna, a riflesso metallico, insolubile
nell'acqua, nell'etere, nell'alcool, solubile negli alcali, anche
molto diluiti. Può ottenersi precipitandola dalle sue soluzioni mercè
acqua di calce o di barite.
E una sostanza dicroica presentando una colorazione verde, allorchè
la si guarda attraverso, una colorazione rosa, guardandola con luce
riflessa.
Allo spettroscopio si comporta diversamente secondochè le soluzioni
sono acide od alcaline: nel primo caso, dà tre strie d'assortimento:
una tra C e D, l'altra tra D ed E, la terza tra E ed F di Fraünhofer.
La soluzione alcalina dà una sola grossa stria tra C e D.
Oltre l'uso dello spettroscopio, v'ha molti mezzi chimici per
riconoscere l'ematina nei vari liquidi: Per riconoscerne la presenza
patologica nell'urina si aggiunge della potassa caustica, mercè cui
precipiteranno i fosfati terrosi, i quali sono colorati più o meno
fortemente in rosso.
Altra reazione: si mettano in un tubo da saggio 2 c.c. di tintura di
guaiaco e 2 c.c. di essenza di trementina e si agiti sinchè il liquido
avrà assunto un colorito bianco latte, per trovarsi in sospensione in
minuti globetti la tintura nell'essenza di trementina; si versi questa
pian piano in un tubo da saggio contenente urina: se l'urina contiene
ematina, mostrerà, nel piano di contatto, prima un alone azzurro, poi
un precipitato resinoso, tinto in azzurro.
Si renda alcalina l'urina con ammoniaca, indi si aggiunga un po'
d'acido tannico, in soluzione acquosa, e poche gocce d'acido acetico e
si riscaldi. S'avrà in poche ore un precipitato bruniccio di tannato
di ematina.
Ho notato che, aggiungendo una goccia di soluzione alcolica di
ematossilina, all'urina contenente ematina, in un tubo da saggio,
precedentemente alcalinizzata con solfato di sodio, si ha una
colorazione bruniccia: aggiungendo del permanganato di potassa si
colorirà in verde, se conteneva ematina.
Aggiungendo all'ematina acido solforico concentrato, si ha un pigmento
privo di ferro, ematoporfirina.
_Emina_ C_{68}H_{70}Az_{???}Fe_{???}O_{10} 2Cl: è come vedesi un
cloridrato d'ematina.
È insolubile nell'acqua, solubile nell'alcool e nell'etere e nelle
soluzioni alcaline; è precipitata dagli acidi.
Si presenta come polvere bleu scura; osservandola al microscopio
appare formata di piccoli cristallini rombici.
Per ottenere dei bei cristalli di emina, si fa cadere una piccola
goccia di cloruro di sodio, in soluzione, su di un vetrino
portoggetti, su cui siavi una goccia di sangue, indi si aggiunge
un'altra goccia d'acido acetico e si riscalda il vetrino alla lampada.
Volendo riconoscere una macchia di sangue, a scopo medicolegale, si
ricorre alla formazione dei cristalli d'emina facendoli formare nel
modo suaccennato, da una soluzione, in acqua tiepida, della macchia
raschiata accortamente dall'oggetto su cui il sangue era caduto.
Per certificarsi dalla natura dei cristalli formatisi, si fa
cadere sul vetro portoggetti, in vicinanza del margine del vetrino
coproggetti, una goccia d'ammoniaca; questa si fa strada nello spazio
capillare tra i due vetri, e cosi i cristalli più non si vedono:
aggiungendo una goccia d'acido acetico, i cristalli ricompariranno.
_Ematoidina_ C_{30}H_{18}N_{2}O_{6}. Trovasi nei focolai emorragici;
l'ho trovato una volta in un piccola ecchimosi sottocutanea della mia
mano. È un pigmento di color arancio, cristallizzato in piccoli rombi.
Nei focolai emorragici si trova un'altro pigmento non cristallizzato.
_Melanine_. Son dei pigmenti neri che trovansi nell'occhio, di cui
colorano la coroide, nel reticolo di Malpighi, nei peli, nel sangue,
nel fegato, nell'urina, sotto forma di piccole granulazioni. È
insolubile nell'acqua, nell'alcool, nell'etere; negli acidi minerali,
nell'acido acetico: epperò la difficoltà che presenta a disciogliersi
è la caratteristica di questo pigmento.
Latschenberger crede che la melanina sia nel fegato il punto di
passaggio tra la ematina e i pigmenti biliari.
_Pigmenti biliari_.
_Bilirubina_ C_{16}H_{18}AzO_{3}: è il pigmento normale della bile, di
colore giallo rossastro.
Può ottenersi dalla bile, agitando in questo del cloroformio, che lo
scioglierà ed evaporando la soluzione.
È cristallizzabile in tavole rombiche gialliccie.
Per riconoscerlo nei liquidi che ne contengono, anche in quantità
minime, si adopera la reazione di Gmelin, per cui si aggiunge al
liquido da esaminare dell'acido nitrico-nitroso: la presenza della
bilirubina si svelerà con la reazione, cosiddetta, dell'iride, pel
prodursi di una serie di colori che dal basso all'alto sono: il
giallo, il rosso, il violetto, il bleu, il verde.
Reazione di Huppert: si aggiunge ad una soluzione di bilirubina resa
alcalina, del latte di calce, si ha un precipitato che si raccoglie e
si lava. Questo, posto in una soluzione di alcool e d'acido Solforico,
la colora, a caldo, in verde smeraldo.
Per riconoscere i pigmenti biliari nell'urina può usarsi il metodo di
Hathrein che è semplicissimo: egli aggiunge all'urina riscaldata della
tintura di iodo, la quale da una colorazione verde, nel caso che vi
sia della bile.
_Biliverdina_. La bile, estratta da un animale morto da qualche tempo,
è colorata in verde: questa colorazione le è data dalla biliverdina
che vien dalla ossidazione della bilirubina. Differisce da questa
perche incristallizzabile: è insolubile nell'acqua, nell'etere, nel
cloroformio, è solubile nell'alcool.
Risponde alle reazioni della bilirubina: è trasformato dall'idrogeno
nascente in idrobiliverdina.
Altri pigmenti biliari son la bilifuscina, la biliprasina, la
bilicianina, la biliumina.
La prima è un prodotto di idratazione della bilifuscina, la seconda
è un prodotto di idratazione della biliverdina, mercè due molecole
d'acqua. Staedeler ha descritto un altra pigmento-bilumina.
Credo utile raggruppare i principali pigmenti biliari in un quadro che
ne segua l'origine e lo sviluppo:
2(C_{96}H_{51}N_{6}Fe_{3}O_{18}) + 6HO = 6(C_{32}H_{48}N_{2}O_{6}}) + 6FeO
ematina bilirubina
C_{32}H_{48}N_{2}O_{6} + (H_{2}O + 3O) = C_{32}H_{20}N_{2}O_{10}
bilirubina biliverdina
C_{32}H_{48}N_{2}O_{6} + (H_{2}O + O) = C_{32}H_{20}N_{2}O_{8}
bilirubina bilifuscina
C_{32}H_{20}N_{2}O_{10} + (H_{2}O + O) = C_{32}H_{22}N_{2}O_{12}
bilifuscina biliprasina
_Pigmenti dell'urìna_.
_Urobilina_: si forma nell'urina per azione di un cromogeno od
urobilinogeno in essa contenuto: la quantità, che se ne elimina,
normalmente, eccede mai un limite basso, invece nell'urina febbrile
può esservene talvolta una quantità notevolissima. Però è da notare
che l'urobilina normale e quella febbrile si differenziano per alcuni
caratteri ottici: da questa ultima può ottenersi l'urobilina normale
mercè l'azione del permanganato di potassio (Mac Munn).
Per riconoscerlo, basta aggiungere all'urina del cloroformio ed
agitare: il cloroformio prenderà così il colore giallo il quale si
farà giallo scuro, con fuorescenza verde, aggiungendo della tintura di
iodo.
Aggiungasi all'urina dell'ammoniaca o un poco di soluzione di cloruro
di zinco: l'urobilina dà una bella fluorescenza verde.
Aggiungendo all'urina molto acido cloridrico, l'urobilina dà ad esso
un colore violetto.
_L'urocromo_ è il pigmento normale e costante dell'urina: può
ottenersi da questo come polvere amorfa d'un colore tra il nero ed il
giallo, solubile nell'acqua, negli alcali, negli acidi e precipitato
dall'acetato neutro di piombo.
La sua soluzione acquosa esposta all'aria si arrossa.
Per riconoscerlo si fan cadere delle gocce d'acido cloridrico
sull'urina riscaldata: s'ha un colore violaceo-rosso intenso,
proporzionalmente, all'urocromo, dell'urina.
_L'uroeritrina_ rappresenta, secondo le vedute moderne il prodotto di
ossidazione dell'indicano, pero nelle urine, escrete da qualche tempo,
lo si trova sempre: si emette già formato in casi patologici.
Per vederne la presenza nell'urina si aggiunge a questa dell'acetato
di piombo; si avranno i cloruri, i solfati, i fosfati, gli urati di
piombo i quali preciteranno perchè insolubili; questo precipitato sarà
bianco in assenza di uroeritrina, ma sarà più o men roseo o rosso, se
l'urina contiene uroeritrina.
Alle volte, nel precipitare, l'acido urico e gli urati appaion tinti
in rosso-mattone: questa pigmentazione devesi all'uroeritrina.
_L'indicano_ o acido indossilsolforico è un pigmento giallo dell'urina
che s'origina dall'indole il quale si forma nell'intestino per azione
del succo del pancreas sugli albuminoidi: questo viene prima ossidato
a formare ossindolo, poi, per la combinazione coi solfati di potassio,
forma indossisolfato potassico, epperò, esiste l'indicano nell'urine,
come sale alcalino.
L'indicano cristallizza in lamette incolori e splendenti. Per azione
degli acidi minerali si sdoppia in bleu d'indaco od indigotina ed in
indoglucina, epperò, aggiungendo all'urina un egual volume d'acido
cloridrico puro, indi un po' d'ipoclorito di calce s'ha una
colorazione che va dal verde al bleu, a seconda della quantità
d'indicano.
Il metodo di Iaffè consiste nell'addizionare l'urina di un po' di
cloroformio e poi di un volume d'acido. cloridrico uguale al volume
dell'urina, indi di cloruro di calcio in soluzione concentrata:
l'indicano sarà in eccesso od in difetto secondo che la colorazione
azzurra che l' urina assume è più o meno intensa.
Ordinariamente s'usa di far cadere due o tre gocce d'urina sull'acido
cloridrico riscaldato: s'ha un colore che varia dal violaceo roseo al
bleu, secondo la quantità d'indicano contenuta nell'urina.
Alle volte il bleu d'indaco trovasi in cristalli aghiformi nelle urine
decomposte.
E qui opportuno considerare due sostanze, volatili, cristallizzabili,
molto affini all'indicano, che danno alle feci il puzzo
caratteristico: essi sono l'indolo C_{8}H_{7}A_{7} e lo scatolo
C_{9}H_{9}A_{2}.--Tutte e due s'originano dalle putrefazioni
intestinali degli albuminoidi e possono ottenersi dall'indicano mercè
la riduzione con stagno ed acido cloridrico e successivo riscaldamento
del residuo di riduzione con stagno in polvere.
Facendo attraversare una corrente di ozono in acqua che abbia in
sospensione dell'indole, questo si trasforma in bleu d'indaco.
_Le luteine_ son dei pigmenti gialli che colorano il torlo d'uovo,
l'adipe, il siero.
CAPITOLO 5.
_Prodotti di metamorfosi regressiva_.
1° Amidi, cioè corpi in cui sono sostituite molecole d'ammoniaca
(NH_{2}) a gruppi ossidrilici di acidi.
2° Acidi amidici, cioè corpi in cui vien sostituito il gruppo
amidogene NH, ad atomi d'idrogeno di acidi.
3° Amine, cioè corpi in cui un atomo di idrogeno dell'ammoniaca è
sostituito da gruppi di carburo di idrogeno.
4° Sostanze di ignota costituzione.
1° Gruppo--_Amidi_.
Urea CH_{4}N_{2}O: è biamide dell'acido carbonico: CO(OH), dà
CO(AzH_{2}) = CH_{4}N_{2}O
Si trova nell'urina, escreta nella quantità giornaliera di gr. 25-40:
trovasi nel chilo, nella linfa, nel siero, nel fegato ecc.
Cristallizza in prismi allungati, filamentosi, a quattro facce,
solubili nell'acqua e nell'alcool, di sapor fresco salato.
Può ottenersi, trattando una sua soluzione con acido nitrico: si forma
nitrato d'urea: aggiungendo carbonato di sodio, s'ha nitrato di sodio
ed urea, che può cosi aversi in bei cristalli.
Trattando l'urea con acido ossalico, si forma ossalato d'urea. Il
nitrato d'urea è in pagliette esagonali, dorate, solubili nell'acqua,
l'ossalato è in piccoli priami o rombi bianchi.
Per riconoscerla nell'urina e per dosarlo v'ha numerosi metodi
dosimetrici esatti ed approssimativi.
L'ureometro Yvon è un apparecchio molto comune formato d'un tubo,
di diametro omogeneo nella sua lunghezza ed esattamente graduato in
parti, di cui ciascuna corrisponde ad un c.c. Questo porta ad un
estremo una svasatura imbutiforme, mentre per l'altro estremo è
saldato ad un' ampolla di vetro, merce un tubo, che porta un rubinetto
di vetro, cosiffatto, che possa interrompere la comunicazione tra
l'ampolla ed il tubo suddescritto. Dal fondo di questa ampolla sale
un tubo sottile che va ad aprirsi alla parte alta di essa: questo
tubolino è la continuazione di un altro tubo lungo, graduato, aperto
in basso.
Per servirsi di quest'apparecchio si usa la soluzione di iprobromito
di sodio, che può prepararsi secondo la seguente formola:
Soda caustica fusa gr. 34
Acqua » 166
Bromo liquido c.c. 10
Si immerge il tubo inferiore in una provetta con acqua ed, aprendo
i rubinetti, si fa salire l'acqua in esso, sino a livello del collo
dell'ampolla di vetro: indi, chiusi i rubinetti, si versano nel tubo
superiore uno o più c.c. d'urina ed, aperto il rubinetto, si fanno
cadere questi pian piano nell'ampolla sottostante. Indi si chiuda il
rubinetto, si mettano nel tubo stesso 8 o 10 c.c. di soluzione di
ipobromito di sodio e, riaprendo il rubinetto, si fanno cadere questi
nell'ampolla sottostante. Il bromo decomporrà l'urea, dando luogo alla
formazione di bromuro di sodio, che resta in soluzione, di anidride
carbonica, che resta sciolto e di azoto, il quale esercita pressione
sulla colonna d'acqua, contenuta nel tubo graduato inferiore, epperò
questa sarà spostata in basso, di tanti centimetri cubici, quanti se
ne leggeranno alla scala.
Può aversi come norma che ad ogni 3,7 c.c. di azoto corrisponde 1 cg.
di urea.
--Un ureometro molto semplice è quello di Southall, che consiste in un
tubo a sifone graduato, chiuso nell'estremo superiore, e, nell'altro
estremo, che risale, terminante in una grossa ampolla di vetro. Si
riempie il tubo graduato di soluzione di ipobromito, sino al collo del
rigonfiamento, e si riempie questo d'acqua: indi, mercè una pipetta
coll'estremo affilato ricurvo, si fa pervenire nel tubo 1 c.c.
d'urina. La reazione avrà luogo e delle bolle d'azoto si addenseranno
in alto del tubo: dalla quantità di questo può dedursi la quantità
dell'urea, ricordando che ciascuna zona di divisione dell'azoto
corrisponde ad 1 mg. d'urea.
--Versando nell'urina una soluzione di nitrato mercurico, s'ha un
precipitato bianchiccio, ficcoso, insolubile nell'acqua da cui può
dedursi la quantità dell'urea.
--Riscaldata a 160° C. l'urea si decompone in biureto ed ammoniaca.
Tirattata con soda caustica e con soluzione di solfato di rame, da una
colorazione rosso violacea (reazione del biureto).
L'acido urico, ossidandosi, da urea; del pari questa può nascere dalla
creatina e dall'allantoina.
Molto discussa fu la genesi dell'urea. Ora par dimostrato che si forma
in gran parte nel fegato dal carbonato di ammoniaca, che differisce
dall'urea in quanto che è più ricca di questa per due molecole
d'acqua: infatti Schröder ha fatto attraversare il fegato da sangue
carico di carbonato d'ammoniaca, iniettandola direttamente nei vasi,
ed ha notato un grande aumento nella quantità d'urea del sangue. Del
pari si forma urea per lo scindersi del glicogene in glucosio ed urea.
Che altri organi diano urea è discusso; Schröder crede che ne i reni
abbiano attività, formatrice di urea.
Questo è il prodotto di metamorfosi regressiva più importante: esso
è l'espressione del consumo organico, essendo un ultimo prodotto di
metamorfosi delle sostanze proteiche.
_Acido ippurico_ C_{9}H_{9}AzO_{3}. E un amide dell'acido benzoico ove
v'ha la glicina invece dell'ammoniaca. Trovasi nel sudore, nel sangue,
in gran quantità nell'urina degli erbivori, in piccola quantità in
quella dei carnivori. Nell'uomo trovasi in una quantità media di poco
maggiore a mezzo grammo, giornalmente.
E cristallino in lunghi aghi prismatici od in prismi rombici bianchi,
duri, solubili poco facilmente nella acqua e nell'etere, molto
nell'alcool.
L'acido ippurico riscaldato con un acido minerale assorbe acqua e si
scinde in glicina ed acido benzoico. Bollito con un alcali caustico da
un benzoato della base alcalina e glicina.
Per ottener l'acido ippurico dalle urine, si aggiunge a queste
del latte di calce e si riscalda: si filtra e si aggiunge acido
cloridrico, che fa precipitar l'acido ippurico. Si aggiunge di
nuovo all'acido ottenuto dell'acqua di calce, che lo scioglie, indi
dell'acido cloridrico: i cristalli si formeranno di nuovo.
Cosi facendo più volte, potranno ottenersi soli cristalli purissimi di
acido ippurico.
Secondo Bunge l'acido ippurico risulta dalla combinazione dell'acido
benzoico colla glicina nei reni. Hallvachs e Kühne hanno invece
osservato che, somministrando ad animali dell'acido benzoico per lo
stomaco ed estirpando il fegato, s'elimina acido benzoico e non acido
ippurico: ciò fa ad essi pensare che l'acido ippurico si formi nel
fegato.
_Acidi amidici_.
Amine acide o glicine.
Sono corpi acidi che vengono dagli acidi della serie lattica di cui
sono il risultato della sostituzione di un gruppo ossidrilico ad un
gruppo ammoniacale.
_Glicocolla_ C_{2}H_{5}AzO_{2}: è detta anche zucchero di gelatina,
perchè s'ottiene facendo bollire la gelatina con acido solforico
diluito: s'ottiene ancora facendo agire l'acido cloridrico sull'acido
ippurico. È una sostanza bianca, cristallizzabile, insolubile
nell'alcool, solubile nell'acqua.
_Acido glicolico_ C_{26}H_{43}AzO_{6}. Trovasi abbondante nella bile
dell'uomo, formando sali alcalini, più specialmente sodici.
Cristallizza in aghi finissimi e molto piccoli, solubili nell'alcool
facilmente, solubilissimi negli alcali, poco nell'etere, difficilmente
nell'acqua.
Trattata con acqua di barite, si scinde in acido colalico e glicina;
trattata con acidi minerali dà acido coleidinico e glicina.
Il glicocolato di soda è cristallino, in aghi stellati,
solubilissimi'nell'acqua, da cui precipita merci: acetato neutro di
piombo.
La bile contiene di questo sale più che del corrispondente
taurocolato.
La reazione di Pettenkofer è comune a tutti gli acidi biliari: un po'
di zucchero di canna e qualche goccia d'acido solforico, aggiunti ad
un liquido che ne contenga, danno a questo col riscaldamento un colore
osso-porpora.
_Taurina_ C_{2}H_{7}AzSO_{3} è un amide solforato: riscaldata sviluppa
acido solforoso. Può otttnersi riscaldando l'isetionato d'ammoniaca:
essa è da considerarsi come l'amide dell'acido isetionico in cui può
essere trasformato mercè l'anidride azotosa.
È cristallino in aghi prismatici, incolori, obliqui, solubili
nell'acqua, insolubili nell'alcool e nell'etere.
Trovasi nella bile a formar taurocolato di soda, cioè, come
sale sodico della sua combinazione coll'acido colalico, trovasi
nell'intestino, epperò anche nelle feci, nel pulmone, nel muscolo.
_L'acido pneumico_ (Verdeil) credesi sia un miscuglio di taurina ed
acido lattico.
_Acido taurocolico_ C_{26}H_{45}AzSO: è formato d'acido colalico e di
taurina: è liquido non capace di cristallizzare, precipitabile pero
come polvere biancastra, di sapore amaro, solubilissima nell'acqua,
nell'alcool, insolubile nell'etere.
Nella bile trovasi abbondante in combinazione colla soda, formando il
taurocolato di soda, sale cristallizzabile in prismi, solubilissimi
nell'acqua. Questo vien precipitato dall'acetato basico di piombo,
laddove il glicolato di soda vien precipitato, merce Pacetato neutro
dello stesso metallo.
L'acido taurocolico trattato con potassa, soda o barite si scinde in
acido colalico e taurina.
--Il taurocolato ed il glicolato di soda formano i cosiddetti
principii resinosi della bile i quali possono estrarsi precipitando
col cloroformio l'estratto della bile con alcool, formando una massa
gelatinosa cristallizzabile: sale cristallino di Platner.
Ludwig e Fleischl dimostrarono che gli acidi biliari sono formati solo
dal fegato: essi legarono il coledoco di un cane e videro che la bile
riassorbita veniva posta nel torrente sanguigno, merce i linfatici
ed il dotto toracico; la legatura di quest'ultimo impediva ogni
versamento. Questa teoria è però contrastata e s'ammette da taluni che
la formazione di acidi biliari abbia luogo in-diversi organi.
_Tirosina_ C_{9}H_{11}AzO_{3}. E una sostanza bianca, cristallizzabile
in aghi sottili, lucenti, poco solubili nell'acqua, insolubili
nell'alcool e nell'etere. L'acido solforico concentrato la scioglie,
dando un fugace colore rosso alla soluzione: aggiungendo del carbonato
di barite e del percloruro di ferro, s'ha un bel colore violetto:
questa è detta prova di Piria.
Aggiungendo del nitrato mercurico ad una soluzione bollente di
tirosina, s'ha un precipitato giallo: aggiungendo ancora dell'acqua
bollente, acidulata con acido nitrico, il precipitato si fa rosso
intenso.
Per riconoscerne la presenza o nelle varie glandule o nelle urine
patologiche, alle volte basta evaporare un po' di liquido sul vetro
porta-oggetti: vi si formeranno dei bei cristalli, setosi, lucenti,
facilmente riconoscibili.
Per riconoscerne quantità piccole si aggiunge, trattandosi di urina,
dell'acetato basico di piombo: indi il liquido si filtra e si fa
passare pel filtrato una corrente di idrogeno solforato, che precipita
il piombo allo stato di solfuro. Indi si filtra ancora, si condensa
il residuo a bagno-maria, poi si aggiunge dell'alcool assoluto che
scioglie l'urea, non la tirosina, poi l'alcool soprastante si toglie
via; in ultimo s'aggiunge ancora un po' di alcool con ammoniaca: dopo
un po' di riposo, la tirosina cristallizzerà.
_Leucìna_. Trovasi nella milza, nel pancreas, nel pulmone, nel fegato,
nel rene, nelle capsule surrenali, raramente nelle feci. E cristallina
in lamine clinorombiche, di color perla od in sfere od emisferi fatti
da strati addossati.
Talvolta questi cristalli son cosiffatti da avere apparenza di tante
calotte aggruppate, le più piccole d'intorno alle più grandi.
La leucina è solubile nell'acqua, negli alcali, negli acidi,
insolubile nell'etere, poco solubile nell'alcool. Il nitrato d'argento
la precipita dalle sue soluzioni. Gli acidi nitrico, solforico,
cloridrico formano con essa sali cristallizzabili.
Per ottenerla dall'urina vale il metodo adoperato per la tirosina, cui
quasi sempre la leucina accompagna.
La leucina e la tirosina rappresentano due gradini intermedi di
passaggio alla formazione dell'urea (Salkowschi).
_Cistina_. C_{3}H_{6}AzSO_{2}. Trovasi nei reni e nell'urina formando
talvolta su questa, assieme ad altri sali, una membrana lucente. Entra
spesso a far parte dei calcoli delle vie-urinarie. È cristallizzato
in piccole laminette esagonali, solubili negli alcali, negli acidi
minerali, insolubili nell'acqua, nell'alcool, nel carbonato di
ammoniaca. Vien precipitato dalle sue soluzioni alcaline dagli acidi
organici e dalle soluzioni acide, mercè il carbonato d'ammonio.
Aggiungendo dell'acetato di piombo e della potassa ad una soluzionedi
cistina, si forma solfuro di piombo.
Normalmente si trova nell'urina una sostanza simile alla cistina, in
quantità minima: questa invece pare rappresenti un prodotto anormale
di decomposizione degli albuminoidi, trovandosi quasi sempre unito
alla putrescina ed alla cadaverina, due ptomaine formatisi nella
putrefazione cadaverica.
_Creatina_ C_{4}H_{9}Az_{3}O_{2}. Trovasi nei muscoli, specialmente
nel cuore, nei centri nervosi, nel sangue. Nell'urina trovasi nella
quantità giornaliera di gr. 0,50. Cristallizza in prismi romboidali ed
in tronchi di' piramidi a basi ravvicinate: è solubile in acqua, in
alcool, negli alcali e negli acidi anche diluiti.
Bollita con soluzione di barite da sarcosina e urea. Alcuni fisiologi,
fondandosi su questo sdoppiamento, considerano la creatina come
prodotto precedente la formazione dell'urea. La sua genesi è collegata
col lavorio muscolare ed intellettivo.
La creatina, trattata con acido idroclorico, perde acqua e si
trasforma in creatinina.
_Creatinina_ C_{4}H_{7}Az_{3}O: è come vedesi uguale alla creatina
meno una molecola d'acqua.
Cristallizza in prismi incolori, lucidi, solubili nell'acqua,
nell'alcool, nell'etere.
Trattata con cloruro di zinco, forma un clorura doppio di zinco e di
creatinina che precipita sotto forma di granuli cristallini.
La creatinina trovasi nell'urine nella quantità giornaliera di gr.
1,16.
3° gruppo--_Amine_.
_Neurina_ C_{5}H_{13}AzO: è un idrato dimetilvinilammonio. Trovasi nel
cervello e nelle capsule surrenali, però non si sa se sia preesistente
o nasca nel cadavere da sdoppiamento della lecitina. E una ptomaina
(forse) molto tossica, di consistenza sciropposa, abbondante nei
cadaveri putrefatti.
_Colina_: questa non è identica alla precedente (Brieger) con cui è
ordinariamente confusa (Paladino). Èssa a differenza dell'altra è
un idrato di trimetilossietilammonio di formula C_{5}H_{15}AzO_{2};
differisce però dalla neurina per essere più ricca per una molecola
d'acqua. È molto tossica.
4° gruppo--_Sostanze di ignota costituzione_.
_Acido urico_ C_{5}H_{4}Az_{4}O_{3}. Trovasi nell'urina, nel sangue,
nei reni, nella milza ed in vari umori e tessuti. È cristallino, in
piccoli prismi retti a base romboidale, alle volte con angoli smussi,
alle volte in piccole masse, variamente aggruppate o sotto la forma di
dumb-bells, e come cunicoli stallattitiformi.
L'acido urico è poco solubile nell'acqua, insolubile nell'alcool e
nell'etere, solubile in soluzioni di fosfati alcalini. Nei reni il
fosfato neutro di sodio cede all'acido urico metà della sua base,
dando luogo all'urato acido di sodio ed al fosfato acido di sodio.
I cristallini d'acido urico al microscopio si riconoscono e per la
loro forma di cristallizzazione e perchè scompaiono aggiungendo una
goccia di potassa. Allorchè l'acido urico precipita dall'urina è
colorato in giallo od in rosso mattone, trascinando con sé i pigmenti.
Reazione della murexide: trattando l'acido urico con acido nitrico,
s'ha effervescenza e produzione di alloxana, sostanza di color rosso;
aggiungendo dell'ammoniaca s'ha una colorazione rossa porpora, dovuta
all'isoalloxanato di ammonio: se si aggiunge della potassa, s'ha
invece isoalloxanato di potassio, di color violaceo.
Per dosar l'acido urico nell'urina, si aggiungono 200 c.c. di urina
5 c.c. di acido cloridrico concentrato e si fa stare il miscuglio in
luogo fresco. Dopo due giorni o poco meno si vedono dei cristalli al
fondo del recipiente, i quali aderiscono alle pareti, epperò, dopo
d'averli distaccati, li si raccoglie e si pesa.
S'usa ancora un altro metodo: si evapora un peso conosciuto di urina a
consistenza sciropposa. Si esaurisce il residuo con alcool bollente,
di peso specifico 0,93, si tratta il precipitato insolubile con
potassa che lo scioglie. Per precipitar l'acido urico, si riscalda
questa soluzione e s'aggiunge acido acetico: s'ha un precipitato,
costituito di solo acido urico, che si lava in acqua acetificata, si
dissecca e si pesa.
L'acido urico forma sali più o meno solubili: il più solubile è
l'urato di litio, per indice di solubilità seguono gli urati neutri
di sodio e di potassio, indi i sali acidi di sodio, di potassio e di
ammonio, poco solubili.
Per riconoscere i sali urici nei depositi urinari o nei calcoli vale
il quadro che qui mi piace trascrivere, aggruppando tutti i sali coi
loro caratteri differenziali:
a) Il deposito od il calcolo evaporato su lamina di platino non lascia
residuo fisso
1. Addizionato di una soluzione di potassa non svolge ammoniaca.
{Acido urico}
2. Addizionato di una soluzione di potassa svolge ammoniaca.
{Urato di ammonio. Normalmente questo si forma nell'urina in
putrefazione, ma può trovarsi in queste preformato patologicamente.
È un cristallo echiniforme o da forma di biscotti isolati od uniti a
croce od a forma di stella.}
b) Lascia residuo
1. Il deposito od il calcolo fonde al cannello,comunicando alla fiamma
un colore giallo intenso.
{Urato di soda; più comune è l'urato acido di soda-cristallino in
prismi od in granuli.}
2. Fonde al cannello ma non colora la fiamma in giallo: disciolto
nell'acido cloridrico dà un liquido che precipita in giallo il cloruro
di platino.
{Urato di potassa}
3. Non fonde ma il residuo proveniente dalla calcinazione è del
carbonato di calce: si discioglie nell'acido cloridrico con
effervescenza e precipita in bianco con l'ossalato d'ammoniaca.
{Urato di calce}
4. Non fonde, ma il residuo della calcinazione si scioglie con lieve
effervescenza nell'acido solforico diluito: la soluzione neutralizzata
con ammoniaca, produce col fosfato di soda un precipitato bianco.
{Urato di magnesia}
La quantità d'acido urico emesso è in rapporto della nutrizione e
della ossidazione organica. Allorchè la sua produzione è eccessiva, si
trova nel sangue, donde può ottenersi mercè il metodo di Garrod che
consiste nel raccogliere in un vetro d'orologio un po' di sangue
diluendolo con qualche po' di soluzione indifferente: indi vi si
immergono tre o quattro filini di seta, e si aggiungono due o tre
gocce d'acido acetico. Ritirando il filo dopo 24 ore si troveranno
questi più a meno cosparsi di cristallini d'acido urico, riconoscibili
facilmente al microscopio.
Nell'urina trovasi normalmente nella quantità giornaliera di 1-2
grammi.
_Corpi Xantici_. Son questi dei corpi che molto s'avvicinano per
composizione all'acido urico e sono: xantina, ipoxantina, guanina ed
altri.
_Xantina_ C_{5} H_{4} Az_{4} O_{2}. Differisce dall'acido urico per
una molecola d'ossigeno in meno, epperò alcuni la chiamano acido
uroso. Trovasi nei muscoli, nel fegato, nella milza, nel pancreas,
nella sostanza nervosa centrale, nel testicolo, nell'urina e talvolta,
nei calcoli urinarii.
È polvere amorfa, solubile minimissimamente nell'acqua, insolubile del
tutto nell'alcool e nell'etere, solubile nell'ammoniaca.
Per riconoscerla si aggiunge dell'acido nitrico che si fa essiccare a
caldo; resterà una massa gialletta che sotto l'azione della soda si fa
rossa, riscaldandola diventa rosso-viola.
Facendo cadere la xantina in una capsula in cui siavi della lisciva di
soda e del cloruro di calce in soluzione, si formerà un alone verde
più cupo centralmente che perifericamente, il quale poi subito
sparisce.
Nell'urina normale trovasi in quantità piccolissima: Neubaner ha
estratto da 200 chg. d'urina appena 1 gr. di xantina.
_Ipoxantina_ C_{5}H_{4}Az_{4}O. Differisce dalla xantina per una
molecola d'ossigeno in meno e quindi dall'acido urico per due
molecole. Trovasi nel midollo delle ossa, nella milza, nel pancreas,
nel cervello, nei muscoli, nell'urina.
È cristallizzata in aghi finissimi in cui indice di solubilità
nell'acqua è, però, un po' più alto di quello che ha la xantina, è
solubile negli acidi e negli alcali.
Trattata con acqua di cloro e con acido nitrico ed evaporando tutto
a secchezza, s'ha un residuo che si colora in violetto porpora sotto
l'azione dei vapori d'ammoniaca (Veidel).
Per preparare i corpi xantinici dell'urina si aggiunge a questa
dell'ammoniaca liquida e del nitrato d'argento, indi dell'acido
solfidrico in soluzione acquosa. Si altra e s'evapora il tutto in
capsula di porcellana, indi si scioglie il filtrato in acido solforico
in soluzione acquosa al 3%; questo scioglierà i corpi xantici che si
faranno precipitare aggiungendo ancora ammoniaca e nitrato d'argento.
_Guanina_ C_{5}H_{5}Az_{5}O: è una polvere incolora, amorfa insolubile
nell'acqua, nell'alcool, solubile negli acidi e nelle soluzioni
alcaline, poco solubile nell'ammoniaca. Cogli acidi forma sali
solubili nell'acqua. Trovasi nel pancreas, nel fegato, abbondantissima
nel guano; nella vescica natatoria di alcuni pesci trovasi combinato
alla calce in bei cristallini che rifrangono fortemente la luce.
Una soluzione di cloridrato di guanina riscaldata e trattata con una
soluzione satura d'acido picrico da un precipitato giallo cristallino.
_Allantoina_ C_{4}H_{6}Az_{4}O_{3}. Si ottiene trattando l'acido urico
con un alcali: trattata a sua volta con un alcali concentrato si
decompone in acido ossalico ed ammoniaca. Trovasi nell'urina fetale e
dei poppanti e nel liquido dell'amnios.
È cristallizzabile in grossi prismi lucidi, incolori, solubili
nell'acqua, poco solubili nell'alcool.
La soluzione acquosa vien precipitato dal nitrato d'argento, facendo
ad esso seguire dell'ammoniaca, la quale, in eccesso, ridiscioglie il
precipitato. Trattata a freddo con ipobromito di sodio, dà il 50% del
suo azoto allo stato di gas (Malerba).
Per ottenerla dall'urina e per riconoscerla si aggiunge a questa
della barite in soluzione acquosa e si filtra, indi si aggiunge del
bicloruro di mercurio, che precipita l'allantoina, infine si fa
passare per il liquido una corrente di idrogeno solforato e s'aggiunge
del nitrato d'argento e poi dell'ammoniaca: s'ha un precipitato
bianco, fioccoso e, dopo qualche tempo, conformato a piccolissime
sferule in cui un atomo d'idrogeno dell'allantoina è sostituito da un
atomo di argento.
Può ottenersi l'allantoina ossidando l'acido urico con perossido di
piombo.
CAPITOLO 6°.
_Sostanze azotate e fosforate_.
_Lecitine_ C_{44}H_{90}AzPhO_{8}: sono combinazioni eteriformi
dell'acido fosfoglicerico. Trovansi abbondanti nel tessuto nervoso,
nelle uova di pesci, nel tuorlo d'uovo, nello sperma, nei corpuscoli
del sangue.
Si presenta sotto forma di masse granulari cristalline. È solubile
nell'alcool, nell'etere, negli olii grassi.
Nell'acqua si gonfia formando una colla molle; questa abbandonata per
qualche tempo acquista reazione acida e si scinde in colina ed acido
fosfoglicerico.
L'acqua agisce sulla lecitina, si come sull'amido, che gonfia e
spappola: esaminando questi granuli gonfiati, appaiono goccioline o
tubuli rotondi con doppio contorno: son queste le _fortini mieliniche_
che si trovano nei tubuli nervosi al disotto della guaina di Schwann,
che prima si attribuivano alla cosiddetta mielina.
_Nucleine_ C_{29}H_{49}Az_{9}Ph_{3}O_{22}. Fu trovata da Hoppe-Seyler
una nucleina nei corpuscoli del pus, nel tuorlo d'uovo, nei corpuscoli
del sangue, e nei nuclei cellulari. Esse sono sostanze incolori,
amorfe, poco solubili nell'acqua, insolubili nell'alcool e nell'etere.
Le nucleine trattate con acidi minerali diluiti danno acido
metafosforico, trattate con soluzioni di potassa o soda, danno fosfato
dell'alcali impiegato.
Pohl riuscì ad ottenere, combinando l'acido metafosforico colla
sero-albumina, un composto molto simile alle nucleine, epperò crede
che esse venissero dalle combinazioni di questi due corpi.
Come prodotti di sdoppiamento danno i corpi xantinici, cui già abbiamo
fatto accenno.
_Protagono_ C_{16}H_{38}Az_{2}PhO_{35}. Si presenta come polvere
bianca, finissima, costituiti di piccolissimi cristalli, insolubili
nell'acqua, solubili nell'alcool. Trovasi nell'uovo, nello sperma,
nella sostanza nervosa, in cui è il costituente più importante della
guaina mielinica.
Del pari che la lecitina, essa nell'acqua di barite si scinde in acido
fosfoglicerico, glucosio, colina e cerebrina.
Hoppe-Seyler considera il protagono come formato di lecitina e
cerebrina.
_Cerebrina_. È una sostanza fosforata, di è discussa la composizione
centesimale. Trovasi nella sostanza nervosa, specie nel cervello,
nei corpuscoli del pus: è polvere bianca, leggiera, solubile però in
questi liquidi bollenti: però precipita sotto forma di masse sferiche
granulari col raffreddamento dei mezzi solventi.
Nell'acqua bollente si gonfia. Bollita con acidi minerali diluiti dà
una sostanza riducente, che però risponde alle reazioni specifiche di
queste.
FINE
INDICE
INTRODUZIONE.
_Sostanze minerali_ (CAPITOLO 1°).
Gas
Acidi
Ossidi
Salì
_Sostanze organiche ternarie_ (CAPITOLO 2°).
Alcool
Idrati di _carbonio_
Amidi
Glucosidi
Saccarosidi
Acidi
Eteri
Eteri glicerici
_Sostanze quaternarie_ (CAPITOLO 3°).
Sostanze quaternarie non azotate
_Sostanze quaternarie azotate_ (CAPITOLO 4°).
Albumine
Albumine caratteri e reattivi
Albumine solubili
Globuline
Fibrina
Acidalbumina
Alcali albumina
Sostanza amiloide
Albumina coagulata
Peptone
Derivati albuminoidei
Collogeni
Cheratine
Elasticine
Fermenti
_Enzimi_
Enzimi saccarificanti
Enzimi inversivi
Enzimi peptogenici
Enzimi sdoppianti i grassi ed emulsivi
_Pigmenti_
Pigmenti ematici
Pigmenti biliari
Pigmenti urinarii
Indolo e scatolo
_Prodotti di metamofosi regressiva_
Amidi
Acidi amidici
Amine
Sostanze di ignota costituzione
Sostanze azotate fosforate
INDICE ALFABETICO
Acidalbumina
Alcalialbumina
Amiloide-sostanza
Acido acetico
" butirico
" caprilico
" caprinico
" csproico
" carbonico-gas
" cloridrico
" colalico
" coleidinico
" etilidenolattico
" formico
" fosfoglicerico
" glicocolico
" ippurico
" oleico
" ossalico
" palmitico
" pneumico
" margarico
" sarcolattico
" stearico
" taurocolico
" urico
" valerico
" santo proteico
Acqua
Acrodestrina
Acroleina
Adipo-cera
Albumina coagulata
Albumine solubili
Albuminoidi
Alcooli
Alcool etilico
Allantoina
Alloxana
Amidi acidi
Amido
Amine
Azoto.
Bilifuscina
Biliprasina
Bilirubina
Biliverdina
Biliumina
Biureto (reazione del)
Boottcher (reazione di)
Brunner (glandule di)
Carbonati
Caseina
Cellulosa
Cerebrina
Cheratine
Cistina
Cloruri
Colesterina
Colina
Collogeni
Condrina
Creatina
Creatinina
Derivati albuminoidei
Destrina
Dislisine
Elasticine
Ematina
Ematoidina
Emina
Emoglobina
Emoglobina ossicarbonata
Emometri
Enzimi
Enterico-succo
Eritro-destrina
Esbach (albuminonietria)
Escretina
Eteri
Eteri glicerici
Fehling (glucosimetria)
Fermenti
Ferro (ossido di)
Fibrina
Fibrino-plasto
Fibrinogeno
Fosfati
Gelatina
Glicerina
Glicina
Glicogene
Globulina
Glucosio
Gmelin (reattivo di)
Grassi V. eteri glicerici
Guanina
Idrati di carbonio
Idrogeno
Indicano
Indolo
Inosite
Invertina
Iaffè (saggio di--per l'indicano)
Iporsatin
Koumis
Kefir
Latte
Lattosio
Lecitine
Leucina
Levulosio
Luteine
Margarina
Mellitosio
Mielinn
Melanina
Moore (saggio di)
Mucina
Murexide (reazione della)
Neurina
Nucleina
Oleina
Osseina
Ossido di carbonio
Ossiemoglobina
Ossigeno
Ozono
Palmitina
Ptialina
Pepsina
Peptone
Pigmenti
Platner (cristalli di)
Proteina
Protagono
Rigidità cadaverica
Scatolo
Solfati
Solfocianuro di potassio
Stearina
Steopsina
Taurina
Tirosina
Tripsina
Trommer (reattivo di)
Urati
Urea
Ureometri
Urobilina
Urocromo
Uroeritrina
Xantina
Worm-Muller (reattivo di)
Zucchero di canna
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Compendio di Chimica Fisiologica
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equations could not be read nor found on the internet. These subscripts
were entered as ???.
La chimica biologica è la parte più importante della fisiologia
umana, essendo essa che ci addita in qual modo l'organismo tragga
dall'ambiente il necessario alla vita, in qual modo questa si sviluppi
dalle sostanze che vengono introdotte rendendosi attiva qual forza
vitale quella che trovavasi nell'inorganico ed organico, non...
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— End of Compendio di Chimica Fisiologica —
Book Information
- Title
- Compendio di Chimica Fisiologica
- Author(s)
- Cominelli, A.
- Language
- Italian
- Type
- Text
- Release Date
- February 1, 2004
- Word Count
- 18,359 words
- Library of Congress Classification
- QP
- Bookshelves
- IT Scienza, Browsing: Science - Chemistry/Biochemistry/Physics, Browsing: Science - General
- Rights
- Public domain in the USA.